Una famiglia per il barone by Carol Arens

Una famiglia per il barone by Carol Arens

autore:Carol Arens [Arens, Carol]
La lingua: ita
Format: epub
editore: HarperCollins Italia
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


La mattina dopo Joe andò nella sala da pranzo, non per mangiare, ma perché c’era sua madre.

Non si aspettava di vedere Roselina già in piedi e vestita, invece era seduta vicino a sua madre e fissava una fetta di pane tostato.

Esmeralda la stava spalmando di marmellata, sollecitandola a mangiarla. Vedendolo entrare, si alzò e gli andò incontro per baciarlo sulla guancia. «Buongiorno, Joe.» Lo tirò per un braccio, portandolo verso il tavolo da pranzo e gli indicò la sedia.

Dopodiché andò alla credenza e impilò del cibo su un piatto. Glielo mise davanti, ma Joe fu costretto a guardare altrove. Purtroppo non c’era modo di sfuggire all’odore che lo nauseava, un misto di uova, prosciutto, marmellata e panna rappresa.

Sua madre pareva stare bene. Naturalmente lei aveva avuto più tempo per adattarsi a quello che era successo. No, adattarsi non era il termine corretto. Non ci si adattava mai, però si poteva venire a patti.

Joe avrebbe desiderato che il tempo potesse avanzare di un anno. Sì, tra un anno si sarebbe sentito... come?

Meglio. Solo meglio. Come la sera precedente, nel breve istante in cui aveva baciato Olivia. Per quei pochi attimi il dolore era diminuito.

«Devi mangiare, ragazzo mio... Guarda, Roselina ha leccato tutta la marmellata dalla sua fetta di pane.»

«Non ci riesco, mamma.» C’era qualcosa che doveva chiedere, doveva sapere. «È passato più di un mese da quando pa’ è...» Faceva male perfino pronunciare quella parola. «... da quando se n’è andato. Avresti dovuto inviare un telegramma. Saremmo tornati a casa subito.»

«Avrei dovuto, sì. Avevate il diritto di saperlo per primi, ma... in quel momento, semplicemente, non sono riuscita a mettere quelle parole per iscritto. Ho sentito che dovevate apprenderlo dalla viva voce di chi vi ama.» Intrecciò le dita davanti a sé, guardando entrambi i figli come se cercasse la loro assoluzione.

«Va tutto bene, ma’.» Roselina le rivolse un sorriso coraggioso. «Sono contenta che tu ce l’abbia comunicato di persona.»

«E io sono contenta di essere qui, tesori miei, altrimenti rischiereste di morire di fame.»

Senza guardare il piatto, Joe si ficcò in bocca una forchettata di cibo. La madre sembrava forte, controllata, ma dopotutto non era passato tanto tempo da quando si era sentita come lui e Roselina quella mattina... costretta ad affrontare la fine del suo mondo.

Mangiò metà del cibo che aveva nel piatto per non causare a sua madre altro dolore.

A quel punto, soddisfatta perché Joe non sarebbe morto di fame, Esmeralda si rivolse a sua sorella. «Sei felice qui, Roselina? Hai conosciuto qualche giovanotto di tuo gradimento?»

Il modo in cui sorrideva e parlava come se tutto fosse normale gli fece pensare che sarebbe accaduto anche a lui. Avevano solo bisogno di tempo per venire a patti, per dire addio al padre.

«Alcuni» rispose Roselina arrossendo.

«Non vedo l’ora che mi racconti tutto.» Esmeralda la baciò sulla guancia, poi allungò la mano sul tavolo e strinse quella di Joe. «Andremo avanti. Adesso sembra impossibile e il cambiamento sarà difficile, lo capisco, ma dobbiamo cambiare.»

Il primo cambiamento era che sarebbero tornati a casa prima che Roselina sposasse il suo nobile.



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