Una peccaminosa assistente by Cathy Williams

Una peccaminosa assistente by Cathy Williams

autore:Cathy Williams [Williams, Cathy]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Romance, General
ISBN: 9788858982617
Google: GipbDwAAQBAJ
editore: Harper Collins Italia
pubblicato: 2018-05-20T22:00:00+00:00


6

Il cuore le martellava nel petto mentre si avviavano verso le rispettive camere. Il silenzio totale in cui lui si era trincerato la spinse a chiedersi se per caso avesse solo immaginato la bizzarra conversazione che avevano appena avuto. Avrebbe ben volentieri evitato di guardarlo in viso ma era costretta a farlo, si rese conto Alice non appena entrarono nell'ascensore, perché lo specchio rifletteva le loro immagini.

Lei, rintanata in un angolo, le braccia strette intorno al corpo. Gabriel, bello e sfacciato come sempre, appoggiato con fare indolente a una delle pareti, le mani affondate nelle tasche dei pantaloni, l'espressione del volto illeggibile.

Non appena le porte si aprirono, si affrettò lungo il corridoio. Costretti nei sandali dal tacco alto i piedi le dolevano così, d'impulso, si chinò per toglierli.

«Ti stai già spogliando?» s'informò Gabriel, un pigro sorriso sulle labbra.

«I piedi mi danno il tormento. Non sono abituata ai tacchi.»

«Vedrai che starai bene dopo una buona notte di riposo» commentò Gabriel. «Ci vediamo domani mattina» concluse. Oltrepassò la stanza di lei e continuò a camminare verso la sua.

E il giorno seguente tutto sarebbe stato dimenticato, pensò Alice. Il bacio in limousine, il modo in cui lui l'aveva guardata, con una luce di ammirazione negli occhi, le cose che si erano detti dopo il party... Sarebbe stato dimenticato tutto, perché così doveva essere.

Lei era la segretaria perfetta e se anche il suo capo, per uno strano scherzo del destino, era l'unico uomo capace di farla sentire bella e desiderabile, ebbene, era un fatto assolutamente da trascurare.

O forse un fatto da cui trarre una lezione.

Se un individuo privo di valori riusciva a infiammarla tanto, allora forse era arrivato il momento di iniziare a uscire, a svagarsi e a frequentare uomini.

Lo guardò fermarsi davanti alla porta della sua camera, affondare la mano nella tasca della giacca alla ricerca della chiave. Adesso l'avrebbe salutata e si sarebbe ritirato per la notte, e lei non avrebbe mai saputo...

«Aspetta!»

Gabriel si voltò e le sorrise. Per una volta, non era stato lui a determinare il corso della serata, rifletté, ma andava bene anche così. Onestamente non sapeva cosa avrebbe fatto se lei non lo avesse fermato, a parte ovviamente una lunga doccia fredda. «Sì?»

Senza indugi, si incamminò verso di lui. Ormai aveva venticinque anni, ragionò Alice, era arrivato il momento anche per lei di concedersi un'avventura. «D'accordo» dichiarò quando lo raggiunse.

«D'accordo cosa?»

«Sai benissimo di cosa sto parlando. Sono attratta da te anche se non ne capisco la ragione, poiché non sei assolutamente il mio tipo.»

«Ottimo inizio. Almeno non ti farai strane idee.»

«Quali strane idee?» chiese Alice, poi scosse la testa. «Oh, lascia stare, ti riferisci ai sogni della povera Georgia, cioè restare con te per più di cinque secondi e progettare uno splendido futuro insieme... Ma io sono una tua dipendente, ricordi? Non sono così stupida.»

«Cosa ti ha spinto a cambiare idea?» volle sapere Gabriel. «Eppure credevo di dover dimenticare il fatto che ci eravamo baciati» precisò, aprendo la porta. Avanzò nella suite e andò a sedersi sul divano. «Allora?» la esortò dopo essersi allentato il nodo della cravatta.



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