Unknown Title by Unknown Author

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autore:Unknown Author
La lingua: eng
Format: epub, azw3
pubblicato: 2020-04-21T16:00:00+00:00


Tedeschi comuni

Dobbiamo chiederci ancora quanto sapessero i tedeschi comuni negli anni del nazismo. La risposta più semplice è che, ad uno stadio iniziale, la maggioranza era al corrente della politica dello sterminio nei suoi contorni generali, ma non dei dettagli. Non si è ancora trovato un accordo su cosa, quando, come e a chi la cosa divenne nota, ma non ci può essere dubbio che ampie porzioni della popolazione o sapevano o sospettavano quello che stava succedendo nell’Est10. I massacri in Ucraina, Lituania, nei paesi baltici e nella Galizia orientale furono risaputi quasi immediatamente da milioni di tedeschi. A proposito di questo primo periodo - dal giugno del 1941 (il programma di eutanasia quasi al termine, mezzo milione di ebrei già sterminati dagli Einsatzgruppen), alla fine del 1942 (campi di concentramento e camere a gas già attivi) - Laqueur conclude che, sebbene solo un pugno di tedeschi sapesse tutto, molti pochi non sapevano alcunché.

Le voci sui campi di sterminio venivano dai soldati in licenza e si diffondevano ampiamente; nel 1943 l’uso del gas veniva discusso dai tedeschi e perfino dagli stranieri; nel gennaio del 1944, uomini delle SS inviavano per posta le fotografie dei crematori e dei forni con i cadaveri di Auschwitz. Decine di migliaia di tedeschi e, ancor più, persone dei territori occupati dell’Europa orientale erano stati testimoni di fatto: riuniti nelle piazze dei villaggi, nei campi, nelle valli, sulle rive dei fiumi a guardare centinaia di ebrei uccisi in un’unica operazione. La cerchia della conoscenza si allargò alle famiglie, agli impiegati statali, ai politici locali, ai professionisti, a coloro che vivevano intorno ai campi di sterminio. Malgrado la segretezza e la disinformazione, la Soluzione finale era un segreto di Pulcinella. Questa è una conclusione semplice, mentre non è affatto semplice il concetto di “segreto di Pulcinella”. In queste situazioni che cosa significano “sapere” e “credere”? E sapere o credere che cosa? Per i milioni di tedeschi che sapevano che gli ebrei erano scomparsi, i cenni pubblici erano sufficienti per intuire che questo costituiva più di semplici “ri-insediamenti”. Malgrado tutto, però, pochi conoscevano i dettagli. «E infatti abbastanza probabile che molti tedeschi pensassero che gli ebrei non erano più vivi, ma non necessariamente credessero che fossero morti»11. Questo è il tipo di logica incoerenza accettata in tempo di guerra che rispecchia la disintegrazione della razionalità.

Le alternative non sono impegno attivo nella realtà contro disimpegno dalla realtà, o sostegno contro disaccordo. Questi sono stati (mentali e politici) dove diniego significa non dedicare molta riflessione alle informazioni: «La distruzione di massa non fu accompagnata dal fragore delle emozioni, ma dal silenzio mortale del disinteresse»12. Ma questo silenzio era consapevole incoraggiamento perché la maggior parte delle vittime era ebrea, o, invece, era una generale (e meno ideologica) solerzia a conformarsi all’autorità di stato? In tutti i casi, i cittadini furono abituati al palesarsi del programma di sterminio. Non ci pensavano molto, né molto gli importava; era un argomento imbarazzante e irrilevante in confronto ai molti problemi della vita quotidiana. La leadership



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