Uno scrittore in guerra. 1941-1945 (2015) by Vasilij Grossman

Uno scrittore in guerra. 1941-1945 (2015) by Vasilij Grossman

autore:Vasilij Grossman [Grossman, Vasilij]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2015-06-23T04:00:00+00:00


PARTE TERZA

RICONQUISTANDO I TERRITORI OCCUPATI. 1943

Capitolo 18

DOPO LA BATTAGLIA

A Stalingrado la battaglia era scemata di intensità già nel mese di dicembre. I combattimenti continuavano a infuriare solo nelle gelide steppe desolate tra il Don e il Volga. Qui sette armate sovietiche tentavano di spezzare la resistenza della 6a armata, ormai accerchiata e in evidente difficoltà. Eppure il potenziale della Wehrmacht alla lunga si rivelò formidabile. In città regnava una vaga sensazione di stasi, dovuta a una miscela di sfinimento, sollievo e tristezza per le terribili perdite subite. Grossman restò profondamente colpito, allorché il 29 dicembre scoprì la tomba di suo nipote.

[La tomba di Jura Benas presso il posto di comando di Michajlov - alle sue spalle, poco più in alto. Ci sono quattro tombe appena sopra la scogliera].

Rientrato sulla riva orientale, scrisse immediatamente alla moglie:

Cara Ljusenka, sono tornato in questo momento dalla città per scrivere.

Ho attraversato il fiume a piedi, camminando sul ghiaccio. Quest'ultima incursione mi ha lasciato una forte imfpressione. Immagina, mia cara: sulla scogliera che domina il Volga ho trovato la tomba di Jura Benas, il figlio di Vadja. Ho incontrato il comandante del suo reggimento che mi ha parlato di lui a lungo. Jura era a capo di un battaglione. Ha combattuto da eroe. La sua compagnia anticarro ha distrutto sedici panzer tedeschi. Ha guidato i suoi uomini all'attacco in situazioni disperate. Tutti lo ricordano con ammirazione. Sapeva che ero qui, ha provato a mettersi in contatto con me tramite il distaccamento della redazione al fronte, mi ha scritto varie lettere, ma non me ne è arrivata neppure una. E adesso l'ho ritrovato...

... Ljusenka, mi sono passate talmente tante cose davanti agli occhi che non riesco davvero a capacitarmi di come la mia anima, il mio cuore, la mia memoria siano ancora in grado di accogliere tutto ciò. Mi sento saturo, fino all'orlo... Domani mi metterò al tavolo a scrivere un pezzo lunghissimo.

Contemporaneamente, scrisse una lettera simile al padre. Jura era stato insignito dell'Ordine della Stella Rossa e un'esplosione lo aveva ucciso un mese prima.

Non è rimasto nessuno a piangerlo - né sua madre, né la nonna. Ho viaggiato senza sosta in questi ultimi giorni, ho visto moltissime cose interessanti, adesso non resta che iniziare a scrivere. Ho voglia di buttar giù qualcosa di serio, non so ancora bene a che proposito, la quantità di impressioni e pensieri è tale che non so da dove cominciare.

Quando finalmente ci rivedremo, mi metterò seduto davanti a te sulla poltrona rossa, e parleremo, parleremo tutto il tempo.

Dopo l'intensità della battaglia di Stalingrado e il significato che aveva assunto, Grossman non riusciva ad accettare che la vita riprendesse a scorrere come se non fosse successo niente, che gli addii potessero essere di nuovo casuali e frettolosi.

Un comandante lascia il reggimento. Addii di circostanza. «Scrivi».

«Certo». Tutti hanno fretta. E dire che questi uomini hanno lottato insieme, a Stalingrado.

Grossman si accomiatò dalla città a modo suo, con l'articolo scritto per «Krasnaja zvezda» dal titolo Oggi a Stalingrado:

Il sole invernale splende sopra le fosse comuni, sopra le steli improvvisate, erette là dove giacciono i caduti in battaglia.



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