Urania Collezione 141 - La scala di Schild (Urania) by Greg Egan

Urania Collezione 141 - La scala di Schild (Urania) by Greg Egan

autore:Greg Egan
La lingua: ita
Format: mobi, epub
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


12

— Ho l’impressione di entrare nel Colosseo — disse Rasmah. — Vai tu per primo?

Tchicaya aveva impiegato sei giorni per convincere i Conciliatori a informare delle nuove scoperte gli oppositori ed egli si era augurato che fosse sufficiente. I Conservatori avrebbero ripetuto l’esperimento, trovato gli stessi risultati. Lui aveva messo in moto gli avvenimenti, che erano andati avanti da sé.

Poi i Conservatori avevano comunicato di essere disposti ad ascoltare due Conciliatori prima di prendere una decisione su un’eventuale moratoria, e Tchicaya si era offerto.

La porta si aprì e ne uscì Tarek, con aria cupa. Le reazioni del corpo potevano essere corrette a volontà, ma dava l’impressione di avere avuto problemi di coscienza e non solo di sonno.

— Siamo pronti — disse loro. — Chi parla per primo?

Rasmah rispose: — Tchicaya non s’è ancora segnato con il grasso di capra, perciò dovrò essere io.

Tchicaya la seguì, ma non si avvicinò al podio. Il modulo era pieno di sedie, fino alla parete trasparente. C’erano anche molte facce nuove: il numero dei Conservatori era assai aumentato grazie ai nuovi arrivi.

Tutti fecero silenzio e Rasmah iniziò: — Avete visto i risultati dei nostri recenti esperimenti e penso che li abbiate ripetuti. O volete mettere in discussione i dati?

Rispose Sophus: — Nessuno li mette in discussione. — Tchicaya trasse un respiro di sollievo; se ci fosse stato un errore tecnico o se i Conservatori avessero negato i loro risultati, sarebbe stato inutile proseguire.

Rasmah disse: — Bene. Anche voi avete visto le simulazioni di Umrao e spero che ne abbiate fatte a vostra volta. Potremmo discutere per una settimana se le strutture che abbiamo chiamato “vendek” siano creature viventi, ma è chiaro che una loro comunità – o una loro miscela, se preferite un termine più neutro – forma uno scenario diverso dal vuoto che conosciamo o da quel che pensavamo di trovare al di là del confine.

“Tutti abbiamo associato al confine qualche stato con leggi dinamiche esotiche. Abbiamo visto decine di migliaia di esempi di fisica basata sul vuoto. Ma lo stato naturale del neo-vuoto, la massima vicinanza al vuoto e all’omogeneità che esso può raggiungere, ha immediato accesso a tutte queste possibilità.

“Quando sono venuta qui, mi aspettavo di vedere una fisica scritta in un alfabeto diverso, obbediente a una grammatica diversa, ma che rispettava lo stesso genere di semplici regole della nostra. È stato Sophus il primo a comprendere che era un’attesa molto miope. Il nostro vuoto non è semplicemente ‘vuoto’, non è semplicemente ‘rarefatto’, dietro il confine non c’è una fisica scritta in un altro linguaggio e neppure una Babele di tutte le possibilità, disposte a caso e mescolate insieme. È una sintesi: un mondo dipinto con una tale ricchezza di colori che il nostro universo, al confronto, sembra una tela dipinta in un solo colore primario.

“Abbiamo avuto qualche indicazione dell’esistenza di organismi molto più complessi dei vendek, poco dietro il confine. Probabilmente le mie parole non riusciranno a influire sulla vostra interpretazione, neanch’io sono certa di quello che significa. Potrebbe essere qualunque



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