Valeria e la settimana delle meraviglie by Vitezslav Nezval

Valeria e la settimana delle meraviglie by Vitezslav Nezval

autore:Vitezslav Nezval [Nezval, Vitezslav]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa mitteleuropea
ISBN: 88-7641-002-3
editore: Edizioni e/o
pubblicato: 1982-09-14T22:00:00+00:00


Capitolo diciassettesimo. Il castigo

Cantavano nuovamente i galli.

- Già impallidiscono le stelle, - si accorse Valeria quando ebbe superato il confine di quella scena che per molti motivi l’aveva trattenuta.

- Non resta che attraversare i giardini, - sospirò. I giardini erano freddi. Qua e là cadeva una mela o una stella. Le fo glie versavano dai loro cartocci notturni la rugiada sulle sue spalle nude.

- Com’è bello!

E ci fu di nuovo un tale silenzio che ella sentiva scorrere il ruscello.

- Sarebbe bello fare il bagno con la luna, - le venne in mente.

Il ruscello passava dietro i giardini. Valeria gli si affrettava incontro come incontro a una fiaba. Tutto quello che aveva vissuto le sembrava incredibile.

- Che finisca il potere degli incantesimi che mi tengono prigioniera!

Quanto più si avvicinava al ruscello, tanto più si sentiva al sicuro.

Vicino al ruscello, però, l’aspettava un nuovo spavento. Da principio ella aveva l’impressione che piangesse una sirena. Riconobbe poi la voce di Orlik che malediceva gli orrori della vita.

- Mi ero già quasi dimenticata di lui. Eppure egli mi ha protetto anche quando eravamo lontani l’uno dall’altra.

Lo vide, lo sventurato, legato nel letto del fiume. Sul suo viso scorreva l’acqua. Alzava disperatamente la testa per poter, di tanto in tanto, prendere aria, ma la debolezza gli faceva affondare sempre più il viso nell’acqua.

- Arrivo giusto in tempo, - disse Valeria tra sé. Senza soccorso non avrebbe certo resistito più a lungo a questa straziante tortura.

La ragazza vedeva che era nuda. Ma il timore per colui che senza ombra di dubbio era suo fratello, era più forte del suo pudore.

Si avvicinò al ruscello e toccò coi piedi nudi la sua acqua limpida e fredda e si chinò sul ragazzo.

- Vi porto la liberazione, - disse con tenerezza cercando di sbarazzarlo dai legacci.

- Quanto mi sono tormentato per voi! - sospirò il ragazzo. - Mio caro, le corde sono così piene di nodi che non so se basteranno le mie forze a scioglierle.

- Raccogliete da terra due pietre affilate e usatele come coltello.

- Il lavoro, adesso, mi riesce davvero meglio.

- Come sono riconoscente al destino di dover essere soccorso da una fata! — disse Orlik.

- Chiudete gli occhi, mio caro, - fece Valeria.

Rimase un poco a lottare con le corde prima di riuscire a tagliarle.

- Vi ringrazio, - disse il ragazzo.

- Sono io che devo ringraziarvi. Se non ci fosse stata la vostra bottiglietta, non so se ci saremmo ancora incontrati un giorno.

- Temevo che ve ne sareste dimenticata.

Valeria disse arrossendo:

- Peccato non avere a portata di mano adesso la sua magia. Vorrei diventare invisibile per poter conversare con voi. - Non sto guardando troppo.

- Avete un fazzoletto?

- Sì, però è tutto inzuppato d’acqua.

- Se voleste soffrire ancora un pochino per me, sarei molto felice.

- Non fuggo le sofferenze.

- Ebbene, prestatemi il vostro fazzoletto.

- Eccolo.

- E adesso mettetevi davanti a me.

- Aspetto il vostro prossimo desiderio.

- Non è troppo freddo? - chiese Valeria mentre legava il fazzoletto sugli occhi di Orlik.

Ora sarete più tranquilla?

- Sì, signore.

- Sono come un cieco.



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