Vendetta nella nebbia by Matteo Floris

Vendetta nella nebbia by Matteo Floris

autore:Matteo Floris [Floris, Matteo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Camena
pubblicato: 2023-11-22T23:00:00+00:00


XV

Bruno aveva provato a resistere. Non sopportava l’idea di fermarsi a mangiare quando Cecilia era chissà dove. Magari stava pensando a lui, invocando il suo nome in una stanza di un seminterrato o nella stiva di un battello. Proprio quando aveva provato a fare un passo in direzione della Darsena, Amalia l’aveva sorretto prima che finisse col volto in una pozza. Dall’odore emanato, Bruno pensò non fosse acqua. Così si lasciò convincere a tornare alla taverna di Bessa, anche se solo per rifocillarsi velocemente. Capiva di non poter continuare a cercare la nipote, se non riusciva a fare due passi senza rischiare di finire in terra. Arrivarono nel locale, dove Bruno si sedette e si asciugò con il polso il sudore freddo che gli inumidiva le sopracciglia. Amalia, con premura, si preoccupò di ordinare un piatto e un bicchiere di vino. L’oste, mantenendo un occhio di riguardo verso la donna, dopo il bacio ricevuto poco prima, si affrettò a eseguire la comanda e servirla al tavolo. All’inizio, l’allibratore alzò pigramente il cucchiaio. Tuttavia, già al secondo boccone percepì quanto fosse affamato. Trangugiò la zuppa con rapidità, accompagnandola con brevi sorsi di vino. La donna non lo disturbò durante il pasto. Solo quando Bruno alzò gli occhi dal piatto vuoto, notò il sorriso disegnato sul viso della ragazza. Si schiarì la gola imbarazzato, e cercò di riprendere una posizione più contenuta, tentando di nascondere la lieve gobba. Non ci teneva a sembrare un’attrazione da circo.

«State meglio, ora?»

«Sì, molto meglio. Vi ringrazio.»

«Non dovete. Potete capire che la scomparsa di una bambina mi preoccupa. Conosco più di tutti la notte a Porta Ticinese.»

«Vi ringrazio anche per quello. Ma io, dicevo, insomma. Parlavo di poco fa.»

«Nemmeno per quello dovete ringraziarmi. Non penserete che paghi io il conto. Non posso permettermelo. I miei guadagni bastano appena per me.»

«Ma, no. Io non volevo di certo quello.»

Bruno iniziava a essere turbato. Si sentiva goffo. Gli occhi della donna lo attiravano a lei come il mare chiamava il marinaio, ma le frasi che riusciva a pronunciare erano un vento contrario che lo teneva lontano. Il cuore batteva per fargli dispetto, per renderlo ancora più teso in una situazione in cui le parole giuste restavano ancorate in fondo alla gola. Esplorò con lo sguardo i lineamenti dolci di Amalia. Notò un dente più scuro degli altri, Non gli diede fastidio. Anzi, fu contento di vedere qualcosa di particolare, che magari non in molti avevano notato, distratti dalle curve della donna.

«Vi state addormentando con gli occhi aperti? Vi siete immobilizzato.»

«Scusate, sono stanco. Molto stanco. Ma non posso fermarmi prima di trovare Cecilia.»

«Da quanto tempo vi occupate di lei?»

«Sua madre è morta quando era molto piccola. La bambina non ha ricordo di lei. Forse è meglio così. Era mia sorella.»

«È stato un grande gesto prenderla con voi. Ho conosciuto molte ragazze cresciute per strada perché sono rimaste sole. Milano non è buona con i suoi orfani.»

«Non è buona nemmeno con gli altri figli. Non lascerò nulla al caso. Cecilia non passerà il resto della vita in questo quartiere.



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