Vite e Detti di Santi Musulmani by Sha'Rani

Vite e Detti di Santi Musulmani by Sha'Rani

autore:Sha'Rani
La lingua: ita
Format: epub
editore: UTET
pubblicato: 2012-12-31T16:00:00+00:00


Moḥammed ibn ‛Ali, detto Muḥyi ed-Dīn [Vivificatore della Religione] Ibn al-‛Arabi, nacque a Murcia, in Spagna, e morì a Damasco nel 638/1240. Nella sua dottrina, detta «unità dell’essere», Dio solo esiste, l’universo è manifestazione dell’essenza divina, il mondo visibile è mera apparenza, le religioni tutte si equivalgono, pur essendo l’Islàm la migliore. D’altra parte, come giurista Ibn al-‛Arabi apparteneva alla severa scuola zahirita, che ammette come fonti di diritto solo il Corano e la Sunna, presi letteralmente. Sha‛rāni professava le dottrine mistiche di Ibn al-‛Arabi e scrisse due libri su di lui.

Muḥyi ed-Dīn Ibn al-‛Arabi è il mistico perfetto, l’erudito scrupoloso, uno dei mistici sommi. Tutti gli studiosi delle cose di Dio concordano nel ritenerlo supremo in ogni scienza, come dimostrano i suoi libri. Viene biasimato unicamente in seguito alla sottigliezza delle sue espressioni. Biasimate piuttosto chi lo legge senza aver percorso la Via dell’ascesi, per timore di approdare a dubbi circa la fede; ne morirà invece di essere guidato alla loro interpretazione secondo voleva lo sheikh.

Hanno scritto biografie di Ibn al-‛Arabi lo sheikh Ṣafi ed-Dīn ibn Abi al-Manṣūr57 ed altri, parlando della sua grande santità, bontà, gnosi e scienza… Egli è uno dei pilastri del sufismo. Scrisse la sua vita anche lo sheikh Moḥammed ibn As‛Ad al-Yāfi‛i58, e Abu Madyan lo soprannominò Sultano dei Mistici. Le sue opere sono diffuse specialmente in Asia Minore.

In uno dei suoi libri egli descrive l’avo del sultano Suleimān e narra la sua conquista di Costantinopoli, precisando l’anno; tutto avvenne come Ibn al-‛Arabi aveva predetto più di due secoli prima.

Ibn al-‛Arabi è sepolto a Damasco, in un magnifico mausoleo a cupola con annesso convento riccamente dotato e fornito di viveri. Sprovveduti che avevano detto male di lui ebbero bisogno, dopo aver orinato sulla sua tomba, di ricorrere alla sua ospitalità. Mi ha raccontato un pio confratello, lo sheikh Aḥmed al-Ḥálabi, di aver abitato in una casa prospiciente la tomba di Ibn al-‛Arabi. «Una sera — mi disse — arrivò uno dei suoi denigratori, portando fuoco per incendiare il suo sarcofago59. Quando fu a nove cubiti dalla tomba, la terra lo inghiottì sotto i miei occhi. Nei giorni seguenti la sua famiglia lo ricercava; raccontai loro il caso, vennero a scavare e trovarono la sua testa, ma più scavavano e più affondava; alla fine vi rinunciarono e lo ricoprirono di terra».

Ibn al-‛Arabi scrisse il suo primo libro, al-Inshā’, per uno dei Re arabi; poi si diede all’ascesi, alle pratiche devote, ai viaggi. Fu in Egitto, Siria, Ḥigiāz, Asia Minore, e in ogni paese che visitava lasciò suoi scritti. Lo Sheikh al-Islām del Cairo, ‛Izz ed-Dīn ibn ‛Abd as-Salām, lo svalutava assai, ma dopo esser diventato amico dello sheikh Abu’l-Ḥasan ash-Shādhili, che gli fece conoscere il sufismo, scrisse una vita di Ibn al-‛Arabi, dichiarandolo santo e riconoscendo in lui il Polo. Noi abbiamo trattato della sua scienza e dei suoi doni spirituali nel nostro libro Ammonizione agli ignoranti circa una goccia del mare della scienza dei santi.



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