2084. La dittatura delle donne by Gianni Clerici

2084. La dittatura delle donne by Gianni Clerici

autore:Gianni Clerici [Clerici, Gianni]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Baldini+Castoldi
pubblicato: 2020-05-28T22:00:00+00:00


Donne.

Sono incinta, mamma

Livia rimase senza praticamente far nulla per il resto del pomeriggio, nell’attesa del ritorno di Evonne da scuola.

Non cessava di chiedersi in che modo comunicarle la vicenda di Gipsy e dei gattini, trovava una soluzione per subito scartarla, ne tentava un’altra ancor meno plausibile, ritornava alla prima: sinché, totalmente scoraggiata, prese a lavorare nell’orto, a scaricare la sua rabbia impotente sui ciuffi di gramigna che le cadevano sotto gli occhi.

Era ormai sera quando Evonne arrivò. La salutò da lontano senza l’abituale allegria, senza quel suo sguardo che pareva illuminarsi di scintille felici, di gioia di vivere.

Corse verso di lei e l’abbracciò, tanto stretta e a lungo che Livia ne intuì le lacrime prima ancora di vederle.

Non riuscì a trattenere la sorpresa, e fu la prima a parlare: «Come hai saputo di Gipsy?» domandò.

«Gipsy?» fu la risposta. «Gipsy cosa? È scappata?»

«L’hanno portata via», annunziò Livia, rendendosi improvvisamente conto che la causa della disperazione di Evonne non era la gatta. «Ma tu, cos’hai?»

«Dimmi di Gipsy, intanto.»

Dopo che Evonne venne a conoscenza della tragica vicenda, seguì un lungo silenzio, al termine del quale la figlia confessò: «La mia storia è ancora peggio, mamma». E, dopo una nuova pausa, gli occhi negli occhi, disse: «Sono incinta».

Livia si rifiutò, dapprima , di ammettere quanto Evonne confessava. Ascoltò una per una le sue affermazioni, l’amore con Vijay, l’abituale coitus interruptus, la volta in cui l’interruzione era stata tardiva e incompleta.

Ascoltò, e anche dopo che Evonne le ebbe confermato l’assenza delle mestruazioni volle rifare, insieme a lei, i calcoli necessari, deprecando che le semplici autoanalisi della sua gioventù fossero ormai vietate, in farmacia.

Affermò infine che non si poteva mai sapere, che si sarebbe sempre potuta accertare la verità con un’analisi di laboratorio, una visita ginecologica… ma qui si bloccò, rendendosi conto che nessuna di queste opzioni era lontamente pensabile, perché sarebbero state equivalenti a un’autodenuncia, dalle conseguenze non dissimili da quelle che stava subendo la sventurata gatta.

Alla fine, consapevole del drammatico scoramento di Evonne, Livia la incoraggiò a non lasciarsi condizionare da qualcosa che poteva essere un semplice ritardo, e cercò di imporle i compiti, mentre lei raccoglieva nell’orto il necessario per la cena.

Mentre così andava pensando, le venne in mente una cara, più che cara, carissima amica, Doriana. Ai tempi in cui erano entrambe studentesse dell’ultimo anno, prima che le loro caratteristiche spingessero il Cerebrorobot alla definizione finale, le era accaduto che una naturale simpatia la conducesse molto vicina a Doriana.



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