36 Desperation by Stephen King

36 Desperation by Stephen King

autore:Stephen King [King, Stephen]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


2

Mentre Tom Billingsley guidava Mary, i Carver e il più grande romanziere vivente d'America (almeno nell'opinione del romanziere medesimo) in un vicolo tra l' American West e la rivendita di mangimi e granaglie, il vento fischiava sopra di loro come passando attraverso un imbuto.

«Non usate le torce», si raccomandò Ralph.

«Giusto», concordò Billingsley. «E attenti a dove mettete i piedi. Ci so-no bidoni della spazzatura e un cumulo di rifiuti. Pezzi di legno e lattine.»

Passarono intorno ai bidoni e alla catasta di pezzi di legno. Mary trasalì quando Marinville la prese per un braccio, non avendolo riconosciuto subito. Quando vide i suoi lunghi capelli, un po' gigioneschi, cercò di staccarsi da lui. «Risparmiami le galanterie. Me la cavo benissimo.»

«Brava, ma io no», la rintuzzò lui. «Nel buio non vedo più un fico secco.

Mi sento come cieco.» Il tono della sua voce era cambiato. Non che fosse diventato umile, una condizione che, sospettava, John Marinville non sarebbe stato capace di ottenere più di quanto si potesse pretendere un do da un diapason, ma almeno sembrava umana. Gli concesse di restarle aggrappato.

«Vedi qualche coyote?» le domandò Ralph sottovoce.

Lei si trattenne dal rispondergli con sarcasmo: almeno questa volta le aveva dato del tu. «No. Ma non vedrei neanche la mia mano se me la met-tessi davanti agli occhi.»

«Non ci sono più», li informò David, che sembrava del tutto sicuro di sé.

«Per adesso almeno.»

«Come fai a saperlo?» chiese Marinville.

David alzò le spalle nell'oscurità. «Lo so.»

E Mary pensò che potevano fidarsi di lui. A quel punto di follia era precipitata la situazione.

Billingsley sbucò per primo da dietro l'angolo. S'incamminò lentamente con le braccia protese nello spazio di poco più di un metro tra il muro posteriore del cinematografo e una rachitica recinzione di assi di legno. Gli altri lo seguirono in fila indiana nello stretto passaggio. Quando Mary cominciava a pensare che il vecchio non avesse ben chiaro dove stesse andando, Billingsley si fermò.

«Siamo arrivati.»

Si chinò e Mary lo vide sollevare qualcosa. Era una cassa di legno, che collocò sopra una seconda cassa. Salì quindi con una smorfia all'altezza del vetro smerigliato e sporco di una finestra. Vi applicò le mani a dita divaricate e spinse verso l'alto, sollevando il telaio.

«È il gabinetto delle donne», annunciò. «Attenti, che c'è da saltare giù.»

Si girò e scivolò all'interno, come un monello un po' troppo maturo e ru-goso che entrava di soppiatto nel nascondiglio della banda del quartiere.

Lo seguirono David e Ralph. Toccò quindi a Johnny Marinville, che al momento di voltarsi per poco non precipitò dalla cassa. Era davvero praticamente cieco al buio, rifletté Mary, raccomandando a se stessa di non salire mai su un'automobile dove al volante ci fosse lui. E una moto? Davvero aveva attraversato il paese in moto? Se così, Dio lo amava molto più di quanto avrebbe mai potuto amarlo lei.

Lo agganciò per la cintura aiutandolo a ritrovare l'equilibrio. «Grazie», mormorò lui e questa volta c'era davvero umiltà nella sua voce. Poi si dimenò nel vano della finestra, ansando e grugnendo, con i lunghi capelli appiccicati al viso.



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