Abitare il vortice by Bertram Niessen

Abitare il vortice by Bertram Niessen

autore:Bertram Niessen [Niessen, Bertram]
La lingua: ita
Format: epub
editore: UTET
pubblicato: 2023-12-20T12:00:00+00:00


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Il grande vuoto

La contrazione delle possibilità di contaminazione nelle città non ha riguardato solo gli spazi pubblici ma, più in generale, tutta l’estesa gamma di luoghi deputati all’incontro con l’altro. A cominciare dagli spazi del lavoro.

Anche se (come abbiamo visto nella prima parte del libro) le città occidentali si sono gradualmente svuotate delle attività manifatturiere, queste continuano a svolgere un ruolo di primaria importanza dal punto di vista economico e sociale. Ormai è una rarità che gli impianti siano situati nel cuore della città, perché si sono spostati in apposite zone industriali o nei vasti sviluppi suburbani che è impossibile, tuttavia, non considerare come una parte costitutiva e integrata con il resto. Una gran parte dei lavoratori di questi stabilimenti ha mantenuto i propri impieghi, con modalità che spesso hanno sollevato proteste e sospetti di scarsa tutela per la loro salute. Così come ha fatto la maggioranza dei lavoratori agricoli, dei quali tendiamo a dimenticarci quando rimuoviamo il fatto che la maggior parte delle grandi città italiane sono circondate da campagne. Così come hanno continuato il loro lavoro in sede – in condizioni spesso allucinanti, che portavano quotidianamente sui nostri schermi immagini da film dell’orrore – i lavoratori della sanità.

In molti di questi luoghi le distanze tra i corpi, le procedure di distanziamento sociale e l’incertezza generalizzata hanno reso la compresenza spaziale una sorta di solitudine di gruppo, nella quale l’ansia per il contagio si è infiltrata in routine sociali consolidate producendo uno scollamento del reale che – oggi – molti ricordano come una sorta di stato di sonnambulismo.

Altri spazi del lavoro sono stati invece messi in sospensione, in almeno due direzioni. Lo svuotamento dei centri direzionali delle grandi aziende ha posto al centro di intere porzioni di città delle presenze fantasmatiche, che nel caso delle sedi più nuove e più iconiche sono divenute emblematiche. I grattacieli che sovrastano Milano, per esempio, sono passati da un giorno all’altro dallo status di simboli dell’accelerazione ipermoderna a quello di mausolei dalle finestre vuote e cieche, un monito costante di ciò che stava succedendo. In qualche modo, uno svuotamento verticale della città che lavora; una “città che sale” improvvisamente abitata dai fantasmi.

A oggi non è ancora chiaro come e quanto permarranno e si istituzionalizzeranno le diverse forme di lavoro a distanza, tra modelli blended (misti), smart working e home working. Per tutto il 2020 sembrava che i grandi uffici e centri direzionali fossero ormai sul viale del tramonto, e già ci si interrogava sulla rifunzionalizzazione degli edifici. Nel 2021, con l’arrivo dei vaccini e le graduali riaperture in molte parti del mondo, le cose hanno iniziato a cambiare e molti spazi sono tornati ad accogliere, tra mille cautele, una parte dei dipendenti. Nell’autunno 2022, mentre si preannuncia un inverno di recessione economica e crisi energetica, si discute di una nuova estensione delle misure di lavoro a distanza per ridurre i consumi.

Nel frattempo, i contratti hanno iniziato a includere sempre più misure modulari tra compresenza fisica e virtuale, e gli stessi spazi hanno iniziato a cambiare per rispondere a esigenze diverse.



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