#Addicted by Unknown

#Addicted by Unknown

autore:Unknown
La lingua: ita
Format: epub
editore: Hoepli
pubblicato: 2020-04-21T00:00:00+00:00


I FIGLI DELLA SILICON VALLEY, E QUELLI DI TUTTI GLI ALTRI

Sam era alto e scavato, con la pelle scura priva di lucentezza, ingrigita come il suo umore. Bastava guardarlo in faccia per capire che i suoi recettori ancora non erano tornati: non si dava pena a nascondere il fatto che non avrebbe voluto essere lì, e men che meno seduto di fronte a me a raccontarmi una storia con cui, evidentemente, doveva ancora iniziare a fare i conti. I suoi ventisette anni ne facevano il più anziano tra gli ospiti di Heaven’s Field, nonché quello che più a lungo aveva avuto una vita interamente digitale: negli ultimi 12 anni aveva creato una seconda identità, sviluppata tra videogiochi, YouTube, Twitch e reddit. La fortezza digitale in cui si era rinchiuso è caduta il giorno in cui avrebbe dovuto presentarsi a Denver in aeroporto, dove i suoi genitori l’aspettavano per portarlo a Londra: una gita famigliare indetta per festeggiare la sua laurea. Ma lui non è mai arrivato all’appuntamento, banalmente perché non si è mai laureato: da anni non andava più a lezione. Quando sono andati a prenderlo per portarlo fuori dal dormitorio non si faceva la doccia da una settimana e non dormiva da giorni.

Eppure, la sua famiglia aveva fatto di tutto per non farlo rientrare nelle statistiche di Common Sense Media. La madre era sempre stata molto sensibile a quanto tempo passasse davanti al computer: “Finché non ho avuto 12 anni, non mi ha lasciato averne uno. E anche dopo potevo usarlo unicamente per le cose di scuola. Era stranamente molto preoccupata dalla tecnologia. Anche quando sono diventato più grande, mi aveva dato dei limiti: finché sono stato in casa, potevo usare Internet e i videogiochi per non più di un’ora al giorno”, mi raccontò.

La mamma di Sam aveva avuto lo stesso approccio di cui vanno pubblicamente fieri i guru della Silicon Valley. E cioè coloro che hanno ideato, prodotto e commercializzato quegli strumenti che vendono agli altri ma vietano ai propri figli, tutti rigorosamente iscritti a scuole steineriane, in cui computer, app e videogame sono proibiti. “I miei ragazzi non possono usare questa merda”, ha detto candidamente alla stampa Chamath Palihapitiya, ex vicepresidente del settore incaricato di fare crescere il numero degli utenti di Facebook: uno che, va da sé, deve essere molto indulgente con se stesso circa le proprie responsabilità nella costruzione di “questa merda”.

La mamma di Sam era stata purtroppo meno integralista del dirigente di Facebook. “I computer in casa c’erano e ho imparato rapidamente come imbrogliarla. E quando infine sono uscito di casa per andare al college erano già anni che passavo buona parte della notte online, a chattare o a giocare, rifiutando altri inviti e sentendomi realmente euforico soltanto nel mio ambiente virtuale”, continuò a raccontarmi. Il resto è la storia di una vita sempre più nascosta dietro allo schermo, aggravata da ogni tentativo fallito di avere una relazione affettiva: le ragazze con cui usciva finivano per stancarsi di doverlo contendere agli amici virtuali e ai videogiochi.



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