Al paese dei Tarahumara e altri scritti by Antonin Artaud

Al paese dei Tarahumara e altri scritti by Antonin Artaud

autore:Antonin Artaud [Artaud, Antonin]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 2021-11-10T23:00:00+00:00


L’ho già detto all’inizio di questa relazione: tutto ciò non mi bastava. E volli saperne di più sul Peyotl. Mi avvicinai al Prete per interrogarlo:

– La nostra ultima Festa, mi disse, non ha potuto avvenire. Siamo scoraggiati. Adesso non prendiamo più Ciguri nei Riti, ma per vizio. Presto tutta la nostra Razza sarà malata. Il tempo è diventato troppo vecchio per l’Essere. Non ci può più sopportare. Che cosa fare, che cosa sarà di noi? Già i nostri non amano più Dio. Io, che sono prete, non ho potuto non sentirlo. Mi vedi proprio disperato.

Gli dissi quel che era stato convenuto con il direttore della scuola indigena e che la loro prossima grande festa per quella volta avrebbe potuto avvenire.

Gli dissi anche di non essere venuto fra i Tarahumara da curioso, ma per ritrovare una Verità che sfugge al mondo europeo e che la sua Razza aveva conservato. Questo gli diede un’assoluta fiducia e mi disse cose meravigliose sul Bene e sul Male, sulla Verità e sulla Vita.

– Tutto quel che dico viene da Ciguri, mi disse, ed è Lui ad avermelo insegnato.

«Le cose non sono così come le vediamo e come le sentiamo la maggior parte del tempo, ma come Ciguri ce le insegna. Sono preda del Male, dello Spirito Maligno dal tempo dei tempi, e senza Ciguri per l’uomo è impossibile ritornare alla Verità. Al principio erano vere, ma più noi invecchiamo più diventano false, perché il Male ci si mette di mezzo. Il mondo all’inizio era assolutamente reale, risonava nel cuore umano e con esso. Il cuore ora non c’è più e neppure l’anima perché Dio si è ritirato. Vedere le cose era vedere l’Infinito. Quando adesso guardo la luce faccio fatica a pensare a Dio. Però è Lui, Ciguri, che ha fatto tutto. Ma il Male è in tutte le cose, e io, uomo, non posso più sentirmi puro. Vi è in me qualcosa d’orrendo che sale e non proviene da me, ma dalle tenebre che sono in me, là dove l’anima dell’uomo non sa dove l’Io incomincia e finisce, e quel che gli ha permesso d’incominciare così come lui si vede. Ecco quel che Ciguri mi dice. Con Lui non conosco più la menzogna e non confondo più ciò che vuole veramente in ogni uomo con ciò che non vuole, ma scimmiotta l’essere del cattivo volere. E ben presto non ci sarà nient’altro, disse, indietreggiando di qualche passo: questa maschera oscena di chi sogghigna tra lo sperma e la cacca».

Queste parole del Prete che ho ora riferito sono assolutamente autentiche; mi sono parse troppo importanti e belle perché mi sia permesso di cambiarle minimamente, e se non sono una traduzione assolutamente letterale, non devono allontanarsene troppo, perché è chiaro che m’hanno stupefatto, e i miei ricordi su questo punto sono rimasti estremamente precisi. D’altronde, lo ripeto, il prete aveva appena preso del Peyotl e non fui stupito della sua lucidità.

Quando questa conversazione terminò mi chiese se sarei stato contento di assaggiare io stesso Ciguri e di avvicinarmi così alla Verità che cercavo.



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