Albergo a Due Stelle by Renato Olivieri

Albergo a Due Stelle by Renato Olivieri

autore:Renato Olivieri [Olivieri, Renato]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Mystery & Detective, General
ISBN: 9788804459293
Google: 87YeAQAAIAAJ
editore: A. Mondadori
pubblicato: 1999-04-15T16:26:41+00:00


Viaggio a Ginevra

Il posacenere pieno di mozziconi sulla tovaglia le aveva procurato un disgusto più forte dell’inquietudine, una ripugnanza che non era soltanto fisica, legata a quel posto disadorno nella zona est della Stazione Centrale, ma più intima e allarmante. Come se tutta la sua esistenza, da quel momento, potesse risentirne al punto da trasformarsi – una specie di presagio - in una miserevole successione di giorni ingrati. Guardò ancora il Cartier che portava al polso come un bracciale e controllò l’ora segnalata, in alto, dal grande orologio elettronico. Era disturbata dal brusìo, anzi dal frastuono, che non le permetteva, se non a tratti, di capire le parole dell’annunciatrice che si perdevano echeggiando tra le volte e i marmi opachi di quell’atrio monumentale. Lui avrebbe dovuto essere già lì, da almeno un quarto d’ora. Si erano incontrati l’estate prima al mare. L’idea di quella luce d’argento, il ricordo di quella mattina sulla barca (lontano, a dritta, il promontorio di Portovenere) la distrassero, tanto che il cameriere in giacca bianca accanto a lei, con la faccia da pugile in ritiro, la fece trasalire. «Un altro Caffè.» Il pacchetto di Marlboro, rosso e bianco, le stesse sigarette di lui, l’attrasse nonostante avesse deciso di non fumare, almeno per un paio d’ore, e di non bere ancora caffè, che le trasmetteva, tra l’altro, da qualche tempo, una sorta di repulsione. Ma che cosa si può ordinare in un bar? Non dimostrava i trentanove anni che aveva, i capelli biondi pettinati a frangia le davano un aspetto da ragazza. Gli zigomi evidenti e gli occhi chiari le indurivano il volto e simulavano un’ostinazione che in realtà non possedeva, ma allettava gli uomini, perché l’apparenza in una donna è ancora più influente che in un maschio. Così quando uno riusciva a ottenere la sua attenzione, o qualcosa di più, gli pareva di essere irresistibile. Era successo a suo marito, per esempio. Lo aveva conosciuto dodici anni prima: il sole al tramonto pareva un’arancia e i grattacieli di Milano in quel cielo rosato e terso, senza nuvole, rammentarono a lui New York di primavera, quando dall’Hudson venivano – le disse - profumi di praterie. L’aveva colpita la sua voce, convincente, anche se durante quel colloquio, o meglio quel monologo, si era chiesta se, per caso, fosse andato a scuola di dizione. Frequentandolo capì, più tardi, che il suo intuito non l’aveva ingannata, perché Sergio, nella vita, si era costruito quasi tutto, non lasciando nulla all’improvvisazione, con una costanza inesausta: la laurea in economia, lo studio della lingua inglese con soggiorni a Oxford, l’impiego all’agenzia, le giacche di Armani. Leggeva libri dell’Adelphi, soltanto le prime pagine, che poi abbandonava qua e là per la i casa, arredata con mobili laccati, le pareti candide.

«Lo beva, se no si raffredda» disse il boxeur portandole via il posacenere colmo e rimettendolo poi sul tavolo, dopo averlo vuotato e ripulito con un tovagliolino di carta.

Aveva conquistato anche lui.

Guardò ancora l’orologio.

Probabilmente si trattava di uno sciopero, senz’altro una di quelle agitazioni improvvise



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