Sul tango by Davide Sparti

Sul tango by Davide Sparti

autore:Davide, Sparti [Sparti, Davide]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Sociologia, Intersezioni
ISBN: 9788815326171
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2015-10-14T22:00:00+00:00


Due forme di improvvisazione

La creatività nel tango assume almeno due forme, quella indiretta e non intenzionale e quella più programmatica di chi intende generare l’inatteso. Partiamo dalla prima forma.

Anche se so quello che desidero fare, non posso prestabilire come la mia intenzione si realizzerà (con e attraverso l’altro, in questo particolare contesto). Più in generale, poiché vi saranno sempre interferenze e slittamenti non solo nello spazio, ma delle parti del corpo in movimento, nel tango non potrà esserci ripetizione dell’identico. Poiché coincide con il risultato congiunto di una serie di interazioni, più che una danza a due il tango è una forma di emergenza (nel duplice significato di stato di emergenza e del delinearsi di una configurazione) che eccede la somma delle sue (due) parti, il cui esito aperto – la cui libertà, se vogliamo – sta nella sua sovradeterminazione, ossia nella pluralità incontrollabile di fattori determinanti che intervengono a configurare un tango. Di qui la necessità di improvvisare.

Questa forma di improvvisazione reattiva, questo venire a capo delle incertezze, e delle perdite di controllo, assegnando determinazione all’indeterminato, può essere pensata, al limite, come un fallire contenuto e controllato. Più che di errori riconducibili all’uno o all’altro ballerino, nel tango ricorrono malintesi, ossia intoppi della comunicazione. Ma un malinteso – lo abbiamo ricordato nel paragrafo di apertura di questo capitolo – può essere trasformato in una possibilità. Nel tango abbiamo non tanto il trionfo del caso, quanto l’abilità di convivere con l’aleatorio, l’oscillazione circolare fra stabilità e labilità.

Al di là del fatto che non ci sono sedi di prova dei balli che avranno luogo in milonga (a meno che non si tratti di un’esibizione), il tango è contrassegnato da una moltitudine di fattori contingenti e non del tutto controllabili, quali l’abilità cinetica dei ballerini, la loro capacità di adattarsi (somaticamente, dinamicamente ed emotivamente) l’uno all’altro, la complementarità dei due corpi (a prescindere dalla loro forma) nel muoversi (insieme) lungo la pista, il modo di rispondere alla musica, la familiarità nei suoi confronti, l’atmosfera che regna nella milonga, le condizioni della pista, l’umore di quella particolare sera…

Possiamo dunque distinguere fra improvvisazione indotta (le circostanze ci costringono a modificare un corso di azione – a improvvisare una soluzione) e improvvisazione elettiva o deliberata, praticata cioè nel quadro di un agire consapevole che, una volta intrapreso, permette di dire a se stessi: «sto improvvisando» [cfr. Goehr 2014]. La prima forma è un principio di adattamento a circostanze mobili, o, se vogliamo, una strategia per venire a capo di una sollecitazione imprevista, quasi una sfida ambientale che mette alla prova chi balla, rivelandone ed esibendone la prontezza di riflessi. Per questo, in quanto attivazione di risorse necessarie per far fronte rapidamente a un imprevisto, tale forma di improvvisazione può diventare uno spettacolo da ammirare (vediamo come ne esce! Cosa/come farà ora? …)[17].

La seconda forma di improvvisazione ha vocazione estetico-esplorativa ed è più progettuale della prima, coatta e ad hoc. Mi rapporto attivamente al processo (senza mai controllarlo interamente), cercando di inibire quelle abitudini che tendono a ripresentarsi automaticamente e nelle quali finiamo per incastrarci.



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