Tutto Sommato: Qualcosa Mi Ricordo by Gigi Proietti

Tutto Sommato: Qualcosa Mi Ricordo by Gigi Proietti

autore:Gigi Proietti
La lingua: it
Format: mobi
Tags: Biography & Autobiography, Artists, Architects, Photographers, Entertainment & Performing Arts
ISBN: 9788858662687
editore: Rizzoli
pubblicato: 2013-11-12T23:00:00+00:00


Con il cinema le cose andavano a rilento. Dopo l’esperienza delle Piacevoli notti, rimediai altri due piccoli ruoli, ma avevo sempre la sensazione che non fosse la mia strada. Avevo lavorato con registi del calibro di Scola, Blasetti e Indovina, ma sempre con particine un po’ risicate e avevo l’impressione che quelle esperienze non mi stessero facendo crescere come quelle che vivevo a teatro.

Le cose cambiarono quando arrivò la telefonata di Tinto Brass. In quegli anni (come ancora oggi, del resto) Tinto era un regista molto atipico nel panorama italiano. Vorace e dissacrante, stava portando nel nostro Paese la vena più sperimentale del cinema francese, che sul finire degli anni Cinquanta era stato scosso dagli esponenti della Nouvelle Vague, artisti del calibro di François Truffaut e Jean-Luc Godard. Mi aveva visto nel Circolo Pickwick, e mi chiese di lavorare con lui. In quella mia interpretazione aveva visto tracce del desiderio di rottura con la tradizione che voleva riversare nel suo cinema, quindi mi considerava un interprete ideale per i progetti che stava coltivando.

Conoscevo il suo lavoro e lo ammiravo. Avevo visto Chi lavora è perduto e mi era piaciuto molto, e mi aveva colpito come aveva usato Alberto Sordi nel Disco volante e in L’uccellino e L’automobile (due segmenti del film a episodi La mia signora). Erano considerati osé, ma non erano film erotici in senso stretto: c’era solo qualche scena di nudo, ma del resto in quegli anni non eravamo schiacciati dalla sessuofobia che pervade il cinema attuale. Certo, anche allora il sesso si utilizzava per attirare il pubblico più facilone, ma anche alcuni registi impegnati si servivano del nudo o del sesso come atto provocante e provocatorio. Anche se in verità in modo un po’ punitivo: da cinema d’autore… Per Brass il sesso è felicità, gioia di vivere.

Tinto mi parlò di questo suo progetto, L’urlo: un film surreale e visionario che narrava in maniera molto simbolica il percorso di liberazione sessuale di una ragazza che aveva abbandonato il suo promesso sposo all’altare. Io avrei dovuto interpretare Coso, un personaggio indefinibile e multiforme che seguiva la giovane donna nella sua trasformazione. Lessi il soggetto e me ne innamorai, perché per la prima volta mi si chiedeva di partecipare a un film che rispecchiava il percorso di sperimentazione che fino ad allora avevo portato avanti a teatro. Ma la sperimentazione ha i suoi rischi e Tina Aumont, la bellissima protagonista del film, lo scoprì a sue spese. In una scena si doveva recitare al fianco di un domatore e del suo cucciolo di leone. L’animale avrà avuto al massimo un anno, un anno e mezzo, ed era legato a una catena. Eppure, nonostante fosse incatenato, piccolo e apparentemente coccolone, il leoncino azzannò una gamba a Tina.

Alla fine delle riprese, ci ritrovammo con Tinto a chiacchierare di nuovi progetti. Fantasticavamo di altri lavori da fare insieme e abbozzammo l’idea per un meraviglioso sceneggiato sui Borgia. Il copione fu anche scritto. Bellissimo. Era di Roberto Lerici. Purtroppo non trovammo i soldi necessari.



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