Allegro ma non troppo. Le leggi fondamentali della stupidità umana (1988) by Carlo Maria Cipolla

Allegro ma non troppo. Le leggi fondamentali della stupidità umana (1988) by Carlo Maria Cipolla

autore:Carlo Maria Cipolla
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2013-09-16T16:00:00+00:00


Commentando questa crescita demografica nonché i relativi movimenti di colonizzazione, un famoso professore russo-inglese scriveva anni or sono: «Finché il movimento di colonizzazione progredì con l'occupazione di nuove terre, i raccolti di queste terre vergini incoraggiarono la creazione di nuove famiglie e la formazione di nuovi insediamenti umani. In prosieguo di tempo, tuttavia, il carattere marginale delle nuove terre non mancò di manifestarsi. Ai grandi raccolti subentrarono lunghi periodi di resa dei conti in cui le terre depauperate e non più nuove parevano punire coloro che le avevano messe a cultura. Non è azzardato interpretare il declino della produzione agricola come una punizione naturale per una precedente eccessiva espansione».

Che gli Europei si meritassero una sorta di «punizione» per tutto il pepe che avevano consumato tra il 1000 ed il 1300 A.D., è fuori discussione.

Poiché il pepe era venduto soprattutto nei mercati urbani, la gente si riversava nelle città ed essendo i tempi ancora insicuri, si accalcava negli spazi assai ristretti contenuti entro le cerchia delle mura. Intorno al 1340 Parigi, Cordova, Venezia e Firenze contavano circa 100.000 abitanti, Bologna, Roma, Milano, Londra, Colonia, Gant, Bruges e Smolensk probabilmente intorno ai 50.000. Molte altre città contavano tra i 10.000 ed i 20.000 abitanti. Secondo i nostri parametri moderni, queste non sono grandi cifre. Ma se si considerano le cose alla luce dei livelli di igiene, sanità e scienza medica del tempo ci si rende facilmente conto che intorno al 1340 la situazione si era fatta esplosiva. Ed infatti esplose.

In Asia la peste è di natura endemica e la peste che travolse l'Europa tra il 1347 ed il 1351 fu chiaramente di origine asiatica. Provenendo dall'Oriente la peste apparve in Sicilia e nel sud della Francia verso la fine del 1347. Nel giugno del 1348 aveva raggiunto Venezia, Milano, Lione, Bordeaux, Tolosa e Saragozza. Nel dicembre del 1348, aveva raggiunto Muhldorf, Calais, Southampton, Bristol. Alla fine del 1349, la Scozia, la Danimarca e la Norvegia. Non abbiamo purtroppo un censimento attendibile della popolazione dei ratti e delle loro pulci in Europa nel 1347-51. Sappiamo tuttavia che gli acquedotti romani non erano stati più riattivati dalla caduta dell'Impero e che la gente dell'Europa medievale raramente faceva il bagno. Nelle città medievali i più vivevano in condizioni di sudiciume e di miseria. Pur non potendo fornire cifre precise al riguardo, possiamo affermare che nel 1347 c'erano in Europa occidentale molti più ratti e più pulci di quanto comunemente si crede.

La gente di allora non sapeva di avere più ratti e pulci di quanto comunemente si crede. Non sapeva neppure che la sequenza dell'infezione era del tipo ratto→pulce→uomo. Fatto sta che, nel giro di due anni, un terzo circa della popolazione europea scomparve in modo decisamente poco piacevole. Fu un incubo. Di più la pandemia lasciò degli strascichi che durarono per circa tre secoli, nel senso che fu seguita da una serie di epidemie che in modo intermittente ma implacabile continuarono a devastare a turno le varie parti d'Europa. Sino alla fine del Quattrocento la popolazione europea rimase sensibilmente al di sotto dei livelli che aveva raggiunto nel 1340.



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