Amanti e regine: Il potere delle donne by Benedetta Craveri

Amanti e regine: Il potere delle donne by Benedetta Craveri

autore:Benedetta Craveri [Craveri, Benedetta]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 2017-02-14T05:00:00+00:00


L’AFFARE DEI VELENI

[217] Negli anni a ridosso del 1680, dopo un ventennio di regno, Luigi XIV poteva considerarsi con legittimo orgoglio il monarca più potente d’Europa. La supremazia politica, militare, artistica e linguistica della Francia era ormai un dato di fatto, e la nuova reggia di Versailles diffondeva un’immagine della regalità destinata a non avere rivali. Eppure, giunto all’apice della gloria, il Re Sole fu costretto a constatare che la Francia rischiava un altro assai meno invidiabile primato, quello del sacrilegio, della superstizione e del crimine.

Quello che sarebbe passato alla storia come l’«affare dei veleni» fu scoperto per caso, nel corso di un’indagine che, a partire da qualche personaggio marginale del mondo dell’illecito, si era progressivamente estesa a tutti gli strati della società. La volontà di Luigi XIV di fare luce sull’intera vicenda, la creazione di un tribunale speciale, il gran numero di arresti, l’alto rango di molte delle persone coinvolte, la durata del processo e, non ultima, la sua brusca interruzione avrebbero contribuito ad alimentare lo scandalo sia in Francia che all’estero. Le rivelazioni emerse dall’inchiesta – si rammaricava Madame de Sévigné – fecero inorridire [218] l’Europa, e «francese» diventò sinonimo di avvelenatore.

A dire il vero, già i fatti affiorati nel 1676 dal processo della Brinvilliers avrebbero dovuto fungere da campanello d’allarme per i tutori dell’ordine, ma i crimini in questione erano così abominevoli da sembrare avulsi da qualsiasi contesto. Figlia di un alto magistrato, moglie di un ufficiale del re, la marchesa di Brinvilliers – una fragile, garbatissima signora quarantaseienne – era stata infatti condannata dal Parlamento, ovvero la Corte di Giustizia, di Parigi alla pena capitale – tortura, decapitazione, rogo – per aver avvelenato, spinta da sordide ragioni d’interesse, il padre e i due fratelli, progettando di fare altrettanto con la sorella e la cognata. Oltre ai delitti, l’imputata aveva confessato anche i suoi eccessi sessuali, tra i quali figurava addirittura l’incesto. L’orribile vicenda aveva suscitato un grande scalpore e all’esecuzione dell’avvelenatrice aveva assistito una folla enorme. «È fatta; la Brinvilliers è nell’aria che respiriamo» commentava Madame de Sévigné con lo humour nero di cui era maestra e, assieme a lei, la Francia intera tirò un sospiro di sollievo per essersi liberata di un simile mostro. Nessuno poteva immaginare allora che quel mostro avesse dietro di sé un mondo dove l’uso del veleno era una pratica diffusa. Eppure è ciò che sarebbe a poco a poco emerso, solo un anno dopo, con l’avvio di una nuova inchiesta giudiziaria destinata a gettare un’ombra sinistra sulla splendida corte del Re Sole.

Tutto era cominciato nel febbraio del 1677 con l’arresto di Magdeleine La Grange, una indovina accusata di aver inscenato, con l’aiuto di un prete, un finto matrimonio con un vecchio avvocato da cui era andata ad abitare, e di averlo poi avvelenato per ereditarne i beni. Si trattava di un banale caso di cronaca nera che non avrebbe destato particolare attenzione se l’imputata non avesse sollecitato un incontro con il ministro della Guerra, il potentissimo marchese di Louvois, sostenendo di essere a conoscenza di un complotto che [219] mirava all’uccisione del re e del delfino.



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