Amati per amare by Daniele Di Benedetti

Amati per amare by Daniele Di Benedetti

autore:Daniele Di Benedetti [Di Benedetti, Daniele]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2019-09-05T12:00:00+00:00


GUARDA LE COSE DA UNA PROSPETTIVA DIVERSA

Un paio di anni fa è venuto a trovarmi a Malta uno dei miei migliori amici, Dario. Guarda caso, a Malta si trovava anche Saverio, un amico comune, istruttore di MMA, che aveva accompagnato un suo allievo a un torneo. Saverio ci ha invitato ad assistere all’incontro e, siccome né io né Dario avevamo mai visto un combattimento dal vivo, siamo stati ben felici di accettare. MMA sta per “arti marziali miste”, una disciplina che prevede tecniche provenienti dalle arti marziali, appunto, ma anche dalla lotta libera. Insomma, se le danno di santa ragione.

La sera dell’incontro, Dario e io ci rechiamo al palazzetto, entriamo, prendiamo un panino, dei popcorn e una birretta, e ci piazziamo a chiacchierare in tribuna. A pochi metri, nel ring, l’allievo di Saverio e il suo avversario si menavano senza pietà. Dario e io commentavamo, come si fa con lo sport in televisione: “Daje, non vedi che quello è scoperto? Rifilagli un calcio da sotto!”.

Fuori dal ring la situazione è molto più chiara e sembra tutto molto più facile, non è vero? L’allievo ovviamente non poteva vedere con la nostra stessa precisione e lucidità che l’avversario era scoperto, perché era sul ring, stava combattendo, era stanco, il sudore gli colava negli occhi, aveva il fiatone e continuava a prendere pugni ai fianchi. Cercava di controllare la situazione il più possibile, ma il quadro di insieme gli sfuggiva.

Un dipinto di Magritte, La Décalcomanie, secondo me parla esattamente di questo. Rappresenta un uomo di spalle, che guarda un panorama: davanti ha la spiaggia, il mare, il cielo punteggiato di nuvolette. Accanto a lui c’è una tenda, dalla quale Magritte ha ritagliato una sagoma della stessa forma dell’uomo. Credo che Magritte volesse farci riflettere sul fatto che potremmo sempre vedere il panorama, se solo riuscissimo a scostare la tenda. Se solo riuscissimo a uscire dal ring.

Quando decidiamo di assumerci la responsabilità dobbiamo prima di tutto uscire dal ring, se vogliamo acquisire una nuova prospettiva. Come possiamo fare? Spostandoci.

Chiudendo gli occhi, segnalo al mio cervello che sto uscendo dal ring. Voglio risolvere un problema, prendo un bel respiro, chiudo gli occhi e mi chiedo: “Come si comporterebbe in questa situazione un mio mentore? Come si comporterebbe Einstein? Leonardo da Vinci? Gandhi? Yogananda?”. Quando immagini che siano altre persone ad affrontare un problema, tu esci dal ring. Sei seduto in tribuna, sgranocchiando patatine, mentre Einstein tira cazzotti.

Come scegliere i mentori? Ne abbiamo parlato in Ricordati di sorridere. Devono essere persone che ti ispirino, che accendano la tua parte intuitiva. Se li conosci, se sai come ragionano o ragionavano, ancora meglio: possono essere persone vive e vegete, che frequenti anche spesso (i tuoi genitori, tuo fratello, un tuo amico…), oppure persone che non conosci, giganti del passato come quelli che ho citato. Quando hai un problema, prova a chiederti come lo affronterebbero i tuoi mentori: inizierai a guardare alle cose con altri occhi.

In alternativa, voglio proporti una tecnica che mi hanno insegnato quando ho cominciato ad allenarmi per correre la mia prima maratona.



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