Amore lontano by Sebastiano Vassalli

Amore lontano by Sebastiano Vassalli

autore:Sebastiano Vassalli
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2016-11-14T16:00:00+00:00


Sulla nave che da Costantinopoli lo porta in Libano, Jaufré Rudel viene colto da una grande tristezza. Trascorre le giornate senza partecipare ai passatempi degli altri cavalieri e senza nemmeno esercitarsi a comporre qualche nuova musica, come fa di solito nei momenti di ozio; o ad adattare delle vecchie musiche su delle nuove canzoni. I compagni pensano che soffra di nostalgia, e lo prendono in giro; ma poi si accorgono che i suoi disturbi sono anche fisici, e che una malattia misteriosa gli toglie il sonno e l’appetito e gli altera tutte le percezioni. Nel delirio, Jaufré vede cose che non esistono, e ascolta voci e suoni che nessuno, tranne lui, riesce a sentire. Parla della donna che incontrerà al termine di quel viaggio. Ne immagina la bellezza, l’intelligenza, la bontà; e i cavalieri provenzali devono legarlo alla cuccetta perché non si alzi di notte, mentre tutti dormono, e non si butti in mare per raggiungerla a nuoto. Nell’isola di Cipro il nostro trovatore viene visitato da un medico che, non potendo comunicare con i crociati nella loro lingua, esprime la sua diagnosi a gesti, scuotendo la testa e allargando le braccia. Dice che l’ammalato è grave, e che non ha più molto da vivere. Consiglia (unendo le mani e alzando il viso) di pregare per lui. Davanti alle coste del Libano, però, le condizioni di Jaufré migliorano in modo improvviso. Per la prima volta dopo molti giorni, lui riacquista l’udito e la ragione. Vuole che lo portino sul ponte della nave per vedere la terra: vede solo nebbia, e chiede ai compagni il nome della città dove stanno per approdare. Ora, noi sappiamo con certezza, perché lo dicono le fonti storiche della seconda Crociata, che il conte di Tolosa e i suoi cavalieri, al termine della loro navigazione attraverso il Mediterraneo, sbarcarono ad Acri. Ma Jaufré, malato, non può saperlo; e i suoi compagni gli rispondono che la loro nave è diretta verso il porto di Tripoli. Fingono addirittura di indicarglielo. «Quella davanti a noi» gli dicono, «è la città, e laggiù in fondo c’è il castello, dove vivono il conte Raimondo e sua moglie Odierna.» Naturalmente, la contessa non è stata avvertita del loro arrivo; ma i cavalieri provenzali promettono all’amico che andranno a trovarla subito dopo lo sbarco, e che le parleranno di lui...

A terra, Jaufré viene portato in un ospedale. È moribondo; e la sua storia, ora che siamo arrivati a questo punto, ha tre possibili conclusioni. Nella prima conclusione, che è anche la meno probabile, i compagni d’arme di Jaufré vanno a Tripoli come gli hanno promesso. Ricevuti in udienza dalla contessa, le raccontano la storia di un cavaliere provenzale che si è fatto crociato seguendo la fama delle sue virtù e che ora, vinto da un male incurabile, sta morendo in un ospizio di Acri. La signora Odierna si commuove. Senza perdere tempo, si mette in viaggio con sua figlia Melisenda e con tutto il suo seguito, e giunge al capezzale di Jaufré pochi istanti prima che lui muoia.



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