Andalusia by Cardini Franco;

Andalusia by Cardini Franco;

autore:Cardini, Franco; [Cardini, Franco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Intersezioni
ISBN: 9788815350510
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2018-09-14T22:00:00+00:00


La presenza araba nell’immaginario dei secoli successivi

España, Sefarad, al-Andalus. Attorno a queste tre parole, identificanti tre realtà geostoriche e geoculturali distinte ma sotto molti aspetti e in larga misura coincidenti fra loro, si è andata creando almeno dal XIX secolo, sulla spinta della cultura e della moda orientalistiche, una sorta di mitologia parastorica che ha condotto a idealizzare le condizioni di pace, di convivenza e di reciproca integrazione tra musulmani, ebrei e cristiani che si sarebbero verificate nelle vicende di al-Andalus in vari periodi e che in qualche modo anche nei regni iberici cristiani sarebbero state presenti, almeno sino alla seconda metà del Trecento. Una versione ideologica di questa sorta di sogno romantico, alimentato da una letteratura e da un’arte non solo iberiche, ha proposto la tesi, in buona parte arbitraria e non suffragata comunque da vere e proprie prove obiettive, d’un imbarbarimento e d’una desertificazione della penisola man mano ch’essa passava dall’egemonia musulmana a quella cristiana in seguito al movimento di Reconquista.

Il «mito» degli splendori di al-Andalus, nella forma nella quale l’abbiamo conosciuto negli ultimi due secoli, nacque dagli scritti di studiosi, intellettuali, viaggiatori e sognatori tra i quali vanno annoverati i fondatori del romanticismo: Johann Gottfried von Herder, Alexandre de Laborde che nei suoi scritti seppe testimoniare anche molti aspetti del paese reale, il cavalleresco Massimiliano d’Asburgo che viaggiò in Spagna tra 1851 e 1852, i fratelli Humboldt, Théophile Gautier, Edmondo de Amicis.

In reazione al romanticismo che gli spagnoli definiscono maurófilo e alla tesi della «regressione» della Spagna cristiana rispetto ai livelli civili e culturali della musulmana al-Andalus, nonché al probabile e in qualche caso esplicito anticlericalismo se non anticattolicesimo di tale tesi, si è andata creando fra Otto e Novecento nella penisola iberica e anche fuori di essa una diffusa tendenza, non meno viziata da strumentali condizionamenti religioso-politici e non meno antistorica e afilologica, a vedere nell’invasione «musulmana» e «africana» dell’VIII secolo e nelle sue conseguenze la radice dell’ignoranza, dell’impoverimento, dello spopolamento e della desertificazione di ampie aree della penisola. Il ridimensionamento degli aspetti della presenza arabo-berbera in Spagna e della civiltà di al-Andalus, ch’è stato una funzione obiettivamente critica della reazione a troppo estesi e non sempre giustificati né innocenti entusiasmi, non deve far dimenticare tuttavia il grande apporto sia culturale sia scientifico e tecnologico che al-Andalus offrì al mondo mediterraneo del suo tempo, e che del resto fa appunto parte del processo storico caratteristico di quel mondo.

Tra le «guerre carliste» dell’Ottocento, il vivace dibattito otto-novecentesco, la guerra civile del 1936-39 con la conseguente imposizione d’un regime autoritario e il recupero d’una libera vita civile, si andarono delineando anche due opposti tipi di «patriottismo spagnolo». Il primo si potrebbe qualificare come laicista e tendente a sottolineare la crescita in età medievale d’una hispanidad dalla base multireligiosa e interculturale, che si riconosceva in se stessa e nella diversità delle sue tre culture dominanti e che guardava con una certa ostilità sia agli interventi del tetro e pietistico Islam maghrebino in appoggio, non sempre davvero desiderato, alla più



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