Andrea Camilleri - La rete di protezione (2017) by admin

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autore:admin [admin]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2017-05-28T00:00:00+00:00


Undici

«Veni a diri che non avi cchiù bisogno di mia?» spiò Camastra.

«Sì, grazie» disse Montalbano «al momento non avrei altro da chiederle».

Camastra si susì.

«Allora io mi nni vaio. Da domani la scuola torna aperta, se avi ancora bisogno di mia, mi trova ccà».

Salutò Puleo e il commissario e si nni niscì.

I dù, ristati suli nella càmmara, si taliaro per un attimo occhi nell’occhi e in quella taliata traspariva un sentimento di insoddisfazioni comuni. La storia contata da Camastra non aviva fatto fari manco un minimo passo avanti all’indagini.

«Credo» fici il profissori, come se gli avissi leggiuto nel pinsero «che neanche io possa aggiungere cose che lei non sappia già».

«Proviamoci lo stesso. Lei è riuscito a capire se i due avessero qualche inflessione settentrionale? E se sì, di dove?».

Il profissori ci pinsò supra un attimo, po’ dissi:

«Se devo essere sincero io ho avuto un’impressione completamente opposta a quella del bidello».

«Cioè?».

«A me è parso che si trattasse piuttosto di due meridionali che facevano tutto il possibile per non apparirlo. C’era una certa mancanza di spontaneità nel loro pronuciare le parole».

Montalbano ’nsistì:

«Lei, come mi hanno riferito, è un attento osservatore, tant’è che è stato in grado di disegnare le maschere con le quali i due si coprivano i volti. Ora le chiedo: ebbe la sensazione che fossero drogati o comunque alterati?».

«Normali certamente non lo erano, ma non saprei precisare se fosse effetto della droga o della tensione nella quale si trovavano. Però, mi ricordo con chiarezza che quello che non parlava era in una situazione di sudditanza rispetto all’altro. Era dipendente non solo nelle parole ma anche nell’agire, nel “come muoversi”».

«Mbè, questo è normale, evidentemente il più alto dei due era il capo».

«Sì» dissi Puleo «ma non so, non mi è parso solo un fatto come dire gerarchico, era come se i due fossero legati da qualcos’altro che non saprei definire. Non era semplice cameratismo, lo sguardo del biondo era di... aspetti, mi faccia pensare, era di devota sottomissione. Ecco».

Per un momento a Montalbano torno ’n menti la fotografia dei fratelli Sabatello. Forsi i dù erano anche loro ’n qualichi modo consanguinei.

«La ringrazio» dissi Montalbano «però vorrei che da questo momento in poi procedessimo come in una sorta di chiacchierata in libertà, in modo che nessuno di noi due si senta obbligato a fare domande o a dare risposte. D’accordo?».

«D’accordo».

«Di tutto quello che è accaduto dal momento che i due sono entrati nell’aula, so praticamente ogni cosa. Me l’ha raccontata il mio vice. Perciò...».

«Approfitto subito del suo invito e quindi mi scusi se l’interrompo» fici Puleo. «Ma in queste ore, tra le altre mille domande che mi sono inutilmente rivolto, ce n’è una, forse, alla quale lei potrebbe dare una risposta».

«Mi dica».

«Lei sa perché il suo vice, il padre di Salvo Augello, era venuto a parlarmi?».

«Sì» dissi il commissario «credo di saperlo. Voleva avvertirla che nella III B erano accaduti degli sgradevoli atti di bullismo».

Puleo lo taliò ’ngiarmato.

«Dice davvero?».

«Sì, certo».

«Ma il suo vice come l’ha saputo? Forse Salvo ne è direttamente coinvolto?».

«No, non è lui la vittima» fici Montalbano.



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