Anni interessanti: Autobiografia di uno storico by Eric J. Hobsbawm

Anni interessanti: Autobiografia di uno storico by Eric J. Hobsbawm

autore:Eric J. Hobsbawm [Hobsbawm, Eric J.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, Historical
ISBN: 9788858663875
Google: 7n4iAgAAQBAJ
editore: Rizzoli
pubblicato: 2013-11-19T23:00:00+00:00


CAPITOLO 14

Sotto lo Cnicht

NEL 1961, POCO DOPO AVER partecipato a un sit-in a Trafalgar Square assieme a Bertrand Russell e a circa dodicimila persone, in occasione di una famosa dimostrazione antinucleare in cui per fortuna non fui arrestato dalla polizia, il mio amico e confratello Apostolo Robin Gandy mi disse che avevo un’aria un po’ stanca e che trascorrere qualche giorno insieme a lui nel Galles del nord avrebbe potuto farmi bene. In quella zona aveva un piccolo cottage molto spartano, vicino a una cappella in rovina, dove, fra una passeggiata in collina e un’arrampicata tra le rocce, meditava sui problemi della logica matematica. A quei tempi, prima che in Gran Bretagna fosse smantellata la splendida rete di piccole linee ferroviarie rurali, era ancora possibile viaggiare tranquillamente attraverso i boschi nel cuore del Galles centrale e, una volta raggiunta la costa, prendere il Cambrian Coast Express (il nome non era del tutto immeritato perché il treno era abbastanza veloce) fino a Penrhyndeudraeth, in quella che per gli anglofoni era ancora la contea di Merioneth, l’ultima in Gran Bretagna che ancora aveva votato la proibizione della vendita o del consumo di alcolici nel giorno del Signore. Robin venne a prendermi in motocicletta, coi suoi soliti vestiti di pelle nera, per risparmiarmi qualche miglio di strada lungo la scogliera e quel bassopiano (il Traeth) che, in origine, era stato un’insenatura marittima, prima della costruzione, all’inizio dell’Ottocento, di una diga sul mare, opera di un certo signor Maddocks dal quale avrebbe poi preso il nome il nuovo porto di Portmadoc. L’impresa aveva suscitato l’ammirazione dei visitatori progressisti, tra i quali il poeta Shelley; prima di allora, le imbarcazioni potevano navigare fino ai piedi delle montagne, tenendo come punto di riferimento l’impressionante e inconfondibile triangolo di Cnicht, «Il Cavaliere». Il nome ci fa supporre che i naviganti vi riconoscessero l’immagine di un elmo medievale. Nel punto in cui la strada, uscendo dal Traeth, iniziava a inerpicarsi dolcemente verso l’alta valle di Croesor, appena sotto lo Cnicht, c’era il confine del regno di Clough. Fu in questi luoghi che io e (dopo essermi risposato) Marlene e i nostri figli avremmo poi trascorso la maggior parte delle nostre vacanze nei successivi venticinque anni.

Clough Williams-Ellis, il re, anzi il creatore di questo regno, era un personaggio affabile, alto, diritto, col naso romano, che indossava sempre una giacca di tweed, calzoni corti e calze gialle – era l’unico a vestirsi così anche durante le sue visite al club Athenaeum di Londra – e in quel periodo era ormai vicino agli ottant’anni. Il miglior modo di presentarlo a una generazione per la quale la Gran Bretagna da cui lui veniva è una realtà tanto estranea quanto la Russia di Tolstoj, è forse quello di raccontare un episodio delle sue nozze. Quando si sposò, durante la prima guerra mondiale, i suoi colleghi ufficiali gli chiesero che cosa avrebbe voluto come regalo di nozze. Chiese che lo aiutassero a costruire un edificio fantastico, una porzione di finta fortezza medievale con vista sul mare.



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