Assenza da giustificare by Alessandra Acciai

Assenza da giustificare by Alessandra Acciai

autore:Alessandra Acciai [Acciai, Alessandra]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2024-01-25T12:00:00+00:00


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Anche l’importanza dei santi segue una precisa gerarchia e sale di grado quanto più le loro gesta vengano giudicate pie. Quindi san Francesco, Antonio, Giorgio, Giovanni, Caterina, Rita… svettano e vengono celebrati con solennità mentre, molto in basso nella classifica, si ricordano a malapena e si sospetta che ricoprano un posto nel calendario perché vacante o per approssimazione di santità. Dei secondi ci si dimentica l’onomastico. Sergio, Renato, Laura, Bruno… Ai primi sono intitolati istituti religiosi, piazze, vie, palazzi, scuole. Quindi rimango affascinata dal fatto che la clinica del famoso professor Mario Teramo sia intitolata a sant’Alessandro martire, che si festeggia il 26 agosto quando sono ancora tutti in vacanza.

Decido di sfidare la vertigine dell’innumerevole e di passare in rassegna, in rete, tutti gli articoli che lo riguardano: fino alla fine degli anni Ottanta, tantissimi articoli, pubblicazioni, conferenze, interviste, tante da poterci riempire un’enciclopedia; dai primi anni Novanta in poi, invece, cominciano a diradare fino a sparire del tutto. Come se il luminare avesse deciso di dileguarsi e di mantenere un profilo basso con un voltafaccia completo rispetto agli anni precedenti. Inciampo in un vecchio articolo di cronaca che racconta di una denuncia a carico di suo figlio Giovanni nel 1991 che spiega tutto. Una paziente, una studentessa universitaria, lo accusa di molestie durante una visita medica. L’articolo in realtà è in suo favore, lo riabilita per aver subito un processo ingiusto e un linciaggio mediatico. Altre notizie rivelano invece che dopo la sentenza ci furono numerose altre querele a suo carico per molestie e violenze.

Guardo un primo piano di Giovanni Teramo che ammicca un’espressione candida. Il ciuffo biondo ben pettinato, ancora naturale, gli accarezza la fronte fino a sfiorargli le sopracciglia. Sembra un bravo ragazzo. All’epoca probabilmente si era laureato da poco, l’immagine è molto simile a quella del ritratto nello studio di suo padre, avrà avuto ventotto anni. Un rapido calcolo e il periodo coincide con il delitto della prima prostituta.

Chiamo la clinica per cercare di avere maggiori informazioni, ma la giovane centralinista lavora lì da soli tre mesi e il nome Teramo le ricorda solo il duomo dalla doppia facciata che visitò durante una gita con la scuola. La supplico di vedere se Elena Cantini risultasse come paziente del dottor Teramo negli anni Ottanta. Mi risponde che l’archivio elettronico è in funzione solo dal 1995 e che una ricerca in quello cartaceo richiederebbe un tempo che lei non ha e che, se anche avesse, non sprecherebbe in mezzo a faldoni polverosi. Non posso darle torto. Mi consiglia di andare lì di persona, magari, per non fare un viaggio a vuoto, visto che la clinica è un po’ fuori mano, con un mandato di perquisizione, che loro non sono tenuti a dare informazioni private e aggiunge che io potrei anche non essere una poliziotta, e riattacca.

Non vedo l’ora di tornare in servizio.



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