Autobiografia di uno Yogi by Paramhansa Yogananda

Autobiografia di uno Yogi by Paramhansa Yogananda

autore:Paramhansa Yogananda [Yogananda, Paramhansa]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
pubblicato: 2011-08-02T22:00:00+00:00


CAPITOLO XXVII

FONDO UNA SCUOLA YOGA A RANCHI

"Perché sei contrario al lavoro organizzativo?"

La domanda del maestro mi allarmò un poco. A quel tempo ero davvero convinto che le organizzazioni non fossero altro che 'nidi di vespe'.

"E' un compito ingrato, signore", gli risposi. "Qualunque cosa faccia o non faccia, il capo viene sempre criticato".

"Vuoi serbare tutto il channa (giuncata) divino per te solo?", ribatté il mio Guru con sguardo severo. "Potresti tu, o qualsiasi altra persona, giungere alla comunione con Dio attraverso lo yoga, se non vi fosse stata una catena di Maestri dal cuore generoso, disposti a impartire agli altri la loro saggezza?". E aggiunse: "Dio è il Miele, le organizzazioni sono le arnie; entrambi sono necessari. Certamente qualsiasi forma esteriore è inutile senza lo spirito; ma perché tu non dovresti organizzare degli alveari attivi, colmi di nettare spirituale?".

Il suo consiglio m'impressionò profondamente. Pur non rispondendo in modo esplicito, sentii sorgere in me una risoluzione incrollabile; avrei condiviso con i miei simili, per quanto era mio potere, le verità liberatrici che avevo imparate ai piedi del mio Guru.

"Signore", pregai, "possa il Tuo amore risplendere per sempre sul santuario della mia devozione, e possa io esser capace di risvegliare questo amore in tutti i cuori".

In una circostanza precedente la mia entrata nell'Ordine monastico, Sri Yukteswar aveva fatto un'osservazione quanto mai inattesa:

"Quanto ti mancherà, nella vecchiaia, la compagnia di una moglie!", aveva detto. "Non ti pare che l'uomo di famiglia, impegnato in un lavoro pratico per mantenere la moglie e i figli, compia un'azione meritevole agli occhi di Dio?".

"Maestro", avevo protestato, in allarme, "voi sapete che in questa vita io desidero solo unirmi all'Amato Cosmico".

Il Maestro aveva riso così allegramente, da farmi comprendere che la sua osservazione era stata fatta solo per mettermi alla prova.

"Ricorda" egli aveva detto lentamente, "che chi respinge da sé i comuni doveri terreni, può essere giustificato soltanto se si accolla delle responsabilità verso una famiglia assai più numerosa".

L'ideale di poter dare ai giovani un'educazione completa era sempre stato assai caro al mio cuore. Vedevo chiaramente gli aridi risultati dell'educazione comune, che mira solo allo sviluppo del corpo e dell'intelletto. I valori morali e spirituali, senza i quali nessun uomo può avvicinarsi alla felicità, non erano ancora inclusi nei programmi ufficiali. Decisi dunque di fondare una scuola dove i giovinetti potessero divenire uomini completi.

Iniziai la mia opera con sette ragazzi, a Dihika, un paesino del Bengala.

L'anno seguente, nel 1918, grazie alla generosità di Sir Manindra Chandra Nundy, Maharaja di Kasimbazar, potei trasferire il mio gruppo che aumentava rapidamente, a Ranchi. Questa città del Bihar, a circa duecento miglia da Calcutta, è benedetta da un clima tra i più salubri dell'India. Il Palazzo di Kasimbazar, a Ranchi, divenne l'edificio principale della sede della nuova scuola che chiamai Yogoda Satsanga Brahmacharya Vidyalaya (Nota: Vidyalaya, scuola; Brahmacharya si riferisce qui a uno dei quattro stadi della vita dell'uomo secondo il piano dei Veda. Essi comprendono: 1) lo studente celibe (brahmachari); 2) il capo di casa con responsabilità terrene (grihastha); 3) l'eremita (vanaprastha); 4) l'abitatore della foresta o monaco errante, libero da ogni legame terreno (sannyasi).



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