Baciata Da un Angelo 01 - L'amore che non muore by Elizabeth Chandler

Baciata Da un Angelo 01 - L'amore che non muore by Elizabeth Chandler

autore:Elizabeth Chandler [Chandler, Elizabeth]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-04-17T12:28:07+00:00


Capitolo 10

«Mi avevi detto che Gary voleva uscire venerdì sera», disse Ivy.

«Infatti», rispose Tristan, steso vicino a lei sul prato. «Ma la ragazza con cui doveva uscire ha cambiato idea. Forse ha ricevuto una proposta più allettante».

Ivy scosse la testa. «Perché Gary va sempre dietro a ragazze che fanno le preziose?»

«Perché Suzanne va dietro a Gregory?», controbatté Tristan.

Ivy sorrise. «Per lo stesso motivo per cui Ella insegue le farfalle, credo». Osservò la gatta saltellare. Ella si sentiva così a suo agio nel giardino del reverendo Carruthers. In mezzo a bocche di leone, gigli, rose e odori, il padre di Tristan aveva piantato anche dell’erba gatta.

«È un problema per sabato sera?», le chiese Tristan.

«Se lavori, potremmo andare al cinema al secondo spettacolo».

Ivy si alzò. Per lei Tristan veniva sempre prima di ogni cosa.

Ma con i programmi per quel venerdì sera e anche per la domenica… Ma sì, poteva anche dirglielo, pensò. «Gregory ha invitato me, Suzanne e Beth a uscire con alcuni suoi amici».

Tristan fece finta di nulla.

«Suzanne era così entusiasta», disse subito Ivy. «E anche Beth… che non esce quasi mai».

«E tu?», le chiese Tristan, appoggiato su un gomito, mentre giocava con un filo d’erba.

«Credo di dover andare… per il bene di Gregory».

«Hai fatto parecchie cose per il bene di Gregory nelle ultime settimane».

«Tristan, sua madre si è uccisa!», urlò Ivy.

«Questo lo so».

«Abitiamo nella stessa casa», lei continuò. «Condividiamo la stessa cucina, gli stessi corridoi e lo stesso soggiorno.

Capisco il suo stato d’animo, i suoi alti e bassi. Parecchi bassi», aggiunse dolcemente, pensando alle volte che Gregory trascorreva intere giornate a leggere il giornale, sfogliandolo in cerca di qualcosa che non riusciva mai a trovare.

«Penso che sia molto arrabbiato», proseguì. «Cerca di nasconderlo, ma credo che sia furioso con la madre per essersi tolta la vita. L’altra notte, verso l’una e mezza, era fuori sul campo da tennis a lanciare palle contro il muro».

Quella notte, Ivy era uscita fuori per parlagli. Quando l’aveva chiamato, il ragazzo si era voltato e lei era riuscita a scorgere la sua rabbia e il suo profondo dolore.

«Credimi, Tristan, lo aiuto quando posso e continuerò ad aiutarlo, ma se pensi che provo qualcosa per lui, se pensi che io e lui… è ridicolo! Se pensi… non posso credere che tu…».

«Calma, calma». La fece cadere sul prato insieme a lui.

«Non la penso nemmeno una cosa del genere».

«E allora cos’è che t’infastidisce?»

«Due cose, credo», rispose. «Prima cosa, penso che tu ti stia sentendo in colpa».

«In colpa?». Ivy lo spinse via e si mise di nuovo seduta.

«Credo che tu abbia preso il vizio di tua madre, per cui dobbiate sentirvi tutti in colpa per l’infelicità di Caroline».

«Ma questo non è vero».

«Lo so. Voglio solo assicurarmi che tu lo sappia… e che lo faccia presente anche a qualcuno che se ne sta approfittando».

«Non sai nemmeno di cosa stai parlando», disse Ivy, strappando dei ciuffi d’erba. «Non puoi sapere cosa sta attraversando. Non lo conosci. Non…».

«Lo conosco dalla prima elementare».

«La gente cambia dopo tutto questo tempo».

«Conosco anche Eric dalla prima elementare», proseguì Tristan.



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