Beach Road (Italian Edition) by James Patterson & Peter De Jonge

autore:James Patterson & Peter De Jonge [Patterson, James]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Tre60
pubblicato: 2023-11-20T00:00:00+00:00

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Kate

Cinque minuti dopo il decollo dall’eliporto di East Hampton, il tizio seduto accanto a me lancia un’occhiata in basso sul traffico che striscia verso ovest sulla Route 27, poi sfoggia un sorriso raggiante. «Adoro prendere l’elicottero per tornare in città. Un’ora dopo una corsa sulla spiaggia, sono di nuovo nel mio appartamento in 5th Avenue a sorseggiare un Martini. La degna conclusione del fine settimana» dice.

«Ed è ancora più bello osservando la colonna di auto di quei poveracci là sotto, giusto?»

«Ti sei accorta che sbirciavo» ammette ridacchiando. È sui cinquant’anni, abbronzato, curato e vestito con la divisa di viaggio dei super ricchi: jeans sin troppo stropicciati, camicia elegante e blazer di cashmere. Al polso sfoggia un Patek Philippe, ai piedi mocassini italiani senza calze.

«Ci sono voluti quindici secondi, e mi hai capito al volo. Alla maggior parte delle persone ci vuole minimo un’ora.» Allunga la mano e dice: «Piacere, Roberto Nuñez».

«Katie. Piacere mio, Roberto.»

A dire la verità, conoscevo già il suo nome, oltre al fatto che possiede un’attività di investimenti in Sud America ed è il vicino di casa di Mort Semel negli Hamptons. Dopo l’episodio tra Tom e i gorilla di Semel, ho capito quanto possano finire male i tentativi di parlare con la gente di Beach Road. Allora ho chiamato Ed Yourkewicz, il fratello di una mia compagna di stanza alla facoltà di Legge. Pilota d’elicottero, Ed ha smesso da poco di trasportare rifornimenti d’emergenza tra Bagdad e Falluja per mettersi a trasbordare miliardari avanti e indietro tra Manhattan e gli Hamptons.

La settimana scorsa gli ho inviato via e-mail un elenco dei residenti di Beach Road, e ho chiesto se durante un volo non completo poteva farmi sedere accanto a uno di loro per quaranta minuti, un viaggio da tremilacinquecento dollari a botta. Mi ha richiamata oggi pomeriggio per avvisarmi di andare all’estremità sud dell’aeroporto alle 18.55. «E non presentarti nemmeno con un minuto d’anticipo, se non vuoi far saltare la tua copertura.»

Nei dieci minuti successivi, Roberto si sforza invano di incarnare e trasmettere il portento che è lui stesso. Parla della sua mezza dozzina di case, della Lamborghini e della Maybach, dello stress incessante come amministratore di un «modesto piccolo impero», e del desiderio sempre più intenso, giorno dopo giorno, di mollare tutto per uno stile di vita «più semplice, più vero».

È un monologo provato e riprovato, e quando finisce mostra un sorriso timido, come sollevato di avere concluso, e dice: «Tocca a te, Katie. Di cosa ti occupi?»

«Cielo, questa domanda mi terrorizza. È così imbarazzante. Cerco di godermi la vita, credo. E di aiutare gli altri a godersela un po’ di più. Gestisco un paio di fondazioni. Una per aiutare i ragazzi disagiati dei quartieri poveri a ottenere borse di studio per la scuola secondaria. L’altra riguarda l’amministrazione di una colonia estiva, sempre per i ragazzi a rischio.»

«Una filantropa, complimenti.»

«Almeno di giorno.»

«E quando scende il sole? A ogni modo, mi piace molto ciò che indossi.»

Dopo avere ricevuto la telefonata di Ed, ho avuto tempo a sufficienza

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