Bianca come la luna by Hwang Sok-yong

autore:Hwang, Sok-yong [Hwang, Sok-yong]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

Capitolo ottavo

Ero stata assunta da qualche mese quando una cliente abituale del centro, la signora Sara, mi chiese un massaggio ai piedi. Era capitato spesso che si girasse a guardare i miei clienti sdraiati sul lettino, cosí un giorno, appena ebbi finito una seduta di massaggio, mi fece segno con la mano:

«Fallo provare anche a me».

Era una donna aggraziata, con la pelle scura, gli occhi grandi e il naso pronunciato. Da giovane doveva essere stata una bellezza mozzafiato. Seppi che veniva dallo Sri Lanka, che non era di religione buddista, ma cristiana, essendo suo padre bianco. Com’ero sempre solita fare, presi tra le mani il suo piede affusolato e chiusi gli occhi. Avvertii delle sensazioni, non particolarmente forti, relative al suo passato.

Un uomo bianco va via di casa e una donna con una bimba in braccio piange, appoggiata alla porta chiusa. Ora appare un altro uomo, questa volta di colore. La donna è di nuovo sola e sta lavorando in un ospedale. La piccola, ormai cresciuta, si aggira carponi tra i bimbi di un asilo.

«Ma ti sbrighi? Me lo fai questo massaggio, sí o no?»

Sollecitata dalla signora Sara, mi misi al lavoro. Il suo corpo sembrava spossato. Le massaggiai i piedi e glieli picchiettai leggermente con le mani. Poi mi apprestai a rilassare i punti di giuntura esercitando una pressione sui meridiani: feci davvero del mio meglio. A un certo punto la signora Sara si addormentò. Io chiusi nuovamente gli occhi e vidi alcune scene in cui lei incontrava degli uomini e poi li lasciava. Quando capitava che i nostri clienti si assopivano, li lasciavamo riposare senza svegliarli anche finito il massaggio.

Poiché Sara indossava sempre vestiti eleganti con accessori costosi e lasciava delle laute mance, mi ero fatta l’idea che fosse ricca e di un’estrazione sociale nemmeno lontanamente paragonabile alla nostra. Quando si presentava al centro, Tan la trattava come una regina. Quando, però, le toccai il piede, capii che tutto sommato la signora Sara non era poi cosí diversa da noi. Aveva un pessimo rapporto con Luna, che a sua volta la vedeva di mal occhio, perché da lei si sentiva trattata con sufficienza, quasi come una serva, pur essendo originaria della stessa terra. A me non dava fastidio: le lavavo umilmente i piedi, le rifinivo le unghie e le rimuovevo le callosità dai talloni. Quando la signora Sara si risvegliava, le offrivo del tè e le facevo un ultimo massaggio con una crema per poi strofinarle il corpo con un asciugamano bollente. Mi dava sempre mance da dieci sterline, mentre il massimo che potevo aspettarmi dagli altri clienti era qualche spicciolo o una banconota da cinque.

Col tempo aumentarono i clienti che chiedevano massaggi ai piedi e quindi anche Luna iniziò a farne mettendo in pratica le tecniche che le avevo insegnato. A noi si aggiunse una ragazza vietnamita di nome Binh che sembrava essere particolarmente dotata. La signora Sara faceva parte dei clienti abituali che venivano appositamente per le mie prestazioni. Un giorno lei, che difficilmente rivolgeva la

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