Billy Elliot by Burgess Melvin

Billy Elliot by Burgess Melvin

autore:Burgess, Melvin [Burgess, Melvin]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


TONY

Sono stato io ad avere l’idea di incendiare il didietro di quel cavallo.

Non mi è dispiaciuto per lui, vi dirò. Sono bestie stupide, non potevano farci niente se i poliziotti li usavano come arma contro di noi. Ma provate a pensarci: se siamo nel Medioevo e voi siete dei contadini e uno di quei cavalieri dalla scintillante armatura vi piomba addosso a cavallo del suo immenso destriero, e dovete scegliere tra farvi ammazzare o brandire la spada e colpire il destriero, voi cosa fate? Be’, non ci sono dubbi. È stata la stessa cosa. Quel cavallo stava dalla loro parte, era questo che contava: era il nemico e basta.

E poi non era un cavallo qualunque. Quel cavallo non era poi così stupido: era un bastardo. Stava sempre in mezzo a noi dimostranti e saliva sui piedi della gente e ti scalciava addosso. Chiedetelo a chiunque. Prima o poi avrebbe ammazzato qualcuno. Erano ben combinati, quell’animale e quella bestia di poliziotto che gli stava seduto sopra: bastardi tutti e due, uguali. Avrei preferito che fosse il didietro di quel poliziotto a prender fuoco. Già, e magari spedirlo all’altro mondo.

Non era giusto che gli agenti si comportassero in quel modo. La maggior parte di loro erano dei gran bastardi, ti sventolavano in faccia le loro straripanti, enormi buste paga, tutti tronfi per gli extra che ricevevano in premio per prenderci a botte e far contenta la Thatcher. Alcuni non erano male. Voglio dire, per quel che riguardava me, e i minatori come me, tutti i poliziotti erano il maledetto nemico, ma qualcuno di loro non era male del tutto. Alcuni di quegli uomini non avrebbero voluto essere lì, credo. Non che questo impedisse loro di esserci.

«Ti sei messo dalla parte sbagliata» ho detto una volta a uno di loro.

«Oh, già, io non me lo posso permettere, sai, di fare sciopero.»

«E così preferisci venderti, eh?» ho detto. E poi abbiamo cominciato tutti a indicarlo e a gridare: «VENDUTO! VENDUTO! VENDUTO!» Quel ragazzo non sapeva più da che parte guardare.

Alan Tattersley era uno di noi, aveva un piccolo elmetto giocattolo da poliziotto e se lo metteva per venire ai picchetti. A un certo punto sembrava che avesse quasi fatto cambiare idea a uno di loro. Aveva l’abitudine di infilare sempre quella sua brutta, enorme faccia con tutti quei capelli e quello stupido elmetto giocattolo in testa nel bel mezzo della linea dei poliziotti, e ogni tanto si sentiva uno di loro che si schiantava dal ridere. C’era questo poliziotto giovane giovane, un giorno, che ha cominciato a sbuffare e a ridacchiare tra sé. Già, sembrava proprio che ridesse divertito vedendo Al conciato così.

«Stai dalla parte sbagliata» gli ha detto Al.

«Devo fare il mio lavoro» ha detto il ragazzo.

«Se è per questo anche noi, se quelli ce lo lasciassero fare» ho gridato io.

«Nessuno ha intenzione di fermarti, avanti, sali a bordo!»

«Già, e poi voi mi saltate al collo?» ho detto io. A ogni modo, Al è andato avanti a parlare con lui e qualche giorno dopo il ragazzetto è comparso sulla linea dei picchetti.



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