B.Malzberg - Nella Gabbia by Anonymous

B.Malzberg - Nella Gabbia by Anonymous

autore:Anonymous [Anonymous]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2013-12-15T16:00:00+00:00


XXVI

Ritorno incespicando dalla seconda sessione del giorno, esausto, sviscerato, per trovare il mio contatto della sera già in attesa davanti alla porta. Sono stato sotto terapia tanto a lungo che ho dimenticato la schedula del mangiare e del riposo. Il contatto, un maschio, numero cento e novanta nove, mi guarda con disprezzo. “Non puoi andare a ritirare la tua schedula,” dice. “Ti ho aspettato per quindici minuti.”

“Sono stato trattenuto. Sono stato sotto terapia per tutto questo tempo.”

“Ah,” dice il contatto. “Non credo assolutamente che tu sia stato sotto terapia. Sei stato chiuso per ore con i nostri carcerieri, a descrivere loro tutte le nostre caratteristiche.”

“No,” dico, in qualche modo pietosamente. “No, non è vero.” Allargo le braccia, gli mostro come sto tremando. “Sono stato sotto terapia per tutto questo tempo. Mi hanno trattato con la terapia del dolore. Te l’ho detto, non si fidano di me per qualche ragione.”

“Tu sei il primo a lamentarsi del dolore nella terapia da molto tempo.”

“Ma è vero,” dico e lo fisso con uno sguardo disperato; qualcosa penetra, qualcosa connette, e i suoi lineamenti si rilassano. “Devo essere creduto adesso,” dico. “Ho più ragioni che mai per voler fuggire. Penso che in qualche modo abbiano intuito le mie intenzioni e che stiano cercando di terrorizzarmi. Ma io sono più determinato che mai.”

“Sembri spaventato,” conviene il contatto. “Mi sembra effettivamente che tu abbia provato del dolore.”

“Vieni,” dico, sostenendomi con uno sforzo di volontà, spalancando la porta della mia stanza. “Vieni; parleremo. Devi fidarti di me. Devi credermi quando dico che voglio veramente fuggire.” Ascoltandomi mentre mi rivolgo a lui, credo che è veramente così, e che per la prima volta sono veramente destinato a un piano che io ho creato, soltanto poco tempo fa, per riparare la mia colpa verso Piotar. Quante cose sono cambiate negli ultimi pochi giorni; non siedo più sulle fondazioni che precedentemente occupavo. Tutto è differente; anche la permanenza della gabbia sembra minacciata. Sento le pareti oscillare intorno a me, come se ad ogni istante la gabbia potesse crollare, rivelando la trama dei sostegni e il nudo macchinario della minaccia, maneggiato dagli stranieri, si rivelasse all’esterno.

Dico a cento novanta nove dei miei progetti e annuncio inoltre, che ho deciso di accelerare. Invece di parlare a ciascuno di loro individualmente, desidero adesso che la parola sia passata attraverso gruppi. Egli deve parlare a tutti gli altri implicati nel piano, e domandare loro, a turno, di passare la parola a quelli che conoscono. Saremo pronti in due notti. In due notti da oggi. Fra due notti soltanto condurremo il nostro assalto alle guardie e riacquisteremo la libertà.

“Perché non penso che potrei resistere per tre settimane, vedi,” gli spiego, piuttosto laboriosamente. “Stanno facendo pressione su di me. Fra tre settimane sarebbe troppo tardi; anche fra una. Dobbiamo muoverci adesso, e tu devi fidarti di me.”

“Perché dovrei fidarmi di te?” domanda. “Perché tu dovresti essere il capo? Perché non potremmo semplicemente continuare senza di te? “

“Perché voi siete stupidi,” dico, perdendo il controllo di me stesso.



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