Borg - McEnroe. Due rivali che hanno fatto la storia del tennis by Stephen Tignor

Borg - McEnroe. Due rivali che hanno fatto la storia del tennis by Stephen Tignor

autore:Stephen Tignor [Tignor, Stephen]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Sport/Giochi
ISBN: 9788858978351
editore: HarperCollins
pubblicato: 2017-11-09T06:00:00+00:00


Analizzando la sconfitta di Connors agli US Open del 1977, Bud Collins disse che «conteneva elementi che ricordavano l’evacuazione di Saigon, il Crepuscolo degli dei, il Giorno della locusta e una fiesta». Ma fu proprio dal disastro di Forest Hills che, ironicamente, avrebbe avuto inizio la rinascita. Abbandonando la Valle delle Ceneri, gli US Open e Jimmy Connors sarebbero entrambi risorti a Flushing Meadows.

La rinascita di Connors sarebbe cominciata in realtà in occasione di un altro evento sportivo newyorkese, nel gennaio del 1978, sempre contro Vilas. Una folla rumoreggiante gremiva il Madison Square Garden per assistere al duello tre i due finalisti degli US Open nell’ultimo torneo della stagione, la Masters Cup (o semplicemente i Masters). Mentre aspettava che lo presentassero al pubblico, Connors era preoccupato per come gli spettatori avrebbero potuto accoglierlo. In netto contrasto con la sua immagine spavalda, sbirciava nervosamente da dietro un sipario. Quando fu annunciato, il suo nome fu accompagnato da una fragorosa ovazione. Henderson, che gli stava accanto, avrebbe detto che quelle grida di incoraggiamento gli avevano messo i brividi. Henderson se le spiegò con l’effetto Archie Bunker: era la reazione operaia al trattamento che l’élite del West Side Tennis Club aveva riservato a Connors l’anno prima. I newyorkesi avevano dovuto assistere alla fuga di un connazionale dal campo mentre un argentino veniva portato in trionfo. La marea dell’opinione pubblica aveva finalmente cominciato a cambiare in favore di Jimmy Connors, che riuscì poi a sconfiggere Borg nella finale dei Masters.

Lo svedese, tuttavia, sarebbe rimasto invincibile a Wimbledon, dove il giugno seguente sbaragliò Connors in finale. Nonostante l’umiliazione, Jimmy, l’uomo che più di ogni altra cosa amava essere mandato al tappeto, giurò vendetta. Dopo la partita, mugugnò: «A quanto pare dovrò seguire quel figlio di puttana» – Borg – «fino alla fine del mondo».

Connors avrebbe nuovamente tracciato la propria linea sulla sabbia agli US Open, questa volta con toni apocalittici. Non solo voleva cancellare il ricordo della sconfitta a Wimbledon contro Borg, ma era anche convinto che la finale degli US Open della stagione precedente contro Vilas fosse «una questione ancora aperta». Per anni avrebbe sostenuto che la partita fosse «ancora in corso», perché il suo ultimo dritto non era uscito. Dicendo che a Wimbledon aveva giocato «come una checca», Connors promise che sui campi in cemento del nuovo National Tennis Center sarebbe stato più aggressivo. Arrivò a New York settimane prima dell’inizio del torneo e fu il primo giocatore ad allenarsi sulla superficie in DecoTurf. Anzi, arrivò addirittura troppo presto: non erano ancora state montate le reti. Non appena le installarono, cominciò a correre per i campi e a riversarci sopra litri e litri di sudore. Quando iniziò il torneo, Connors ordinò 25 chili di bistecche per tenersi in forze durante le due settimane di incontri.

E come se Borg e Vilas non lo ispirassero abbastanza come antagonisti, Jimbo aggiunse un’altra persona alla sua lista dei nemici. La settimana prima dell’inizio degli US Open del 1978, Sports Illustrated aveva pubblicato un articolo su di lui scritto da Frank Deford con il titolo Cresciuto da donne per conquistare gli uomini.



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