Bruno Giordano. Una vita sulle montagne russe (Italian Edition) by Giancarlo Governi

Bruno Giordano. Una vita sulle montagne russe (Italian Edition) by Giancarlo Governi

autore:Giancarlo Governi [Governi, Giancarlo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Trovaci sempre su: Marapcana.today
pubblicato: 2017-10-04T22:00:00+00:00


Arrivo a Roma verso sera, a Fiumicino. Giorgio ci saluta perché lui rimane lì ad aspettare l’aereo per New York, come tutte le settimane; io salgo sulla macchina di Renzo che mi dà un passaggio. A Trastevere vado direttamente all’oratorio da don Pizzi, che mi viene incontro e mi abbraccia. «Alla Roma ti dovevo mandare», mi dice e poi mi assesta i soliti scappellotti affettuosi. È il suo modo per dimostrarmi la sua gioia per avermi lì con lui.

I ragazzi mi chiedono della partita, vogliono sapere come è stato il gol, che cosa ho provato. Qualcuno mi chiede l’autografo, che faccio con una certa titubanza; sono i primi e mi provocano emozione. Non so se firmare “Bruno Giordano” o “Giordano Bruno”. Nell’incertezza firmo soltanto Giordano.

«Don Pizzi, lo vuole anche lei l’autografo?», dico salutandolo.

«Pussa via, laziale», mi risponde abbracciandomi.

Le poche centinaia di metri che mi separano da casa mia li faccio quasi di corsa. Salgo le scale, suono alla porta, mi apre mia sorella: è tutto buio che quasi non la vedo. Poi si accendono le luci e mi trovo di fronte mamma, papà, tutti i parenti, gli amici, i vicini di casa... Non manca proprio nessuno. Tutti a festeggiare il loro ragazzo che ha coronato i suoi sogni di bambino ed è diventato un calciatore dal sicuro avvenire. Ora sono tutti laziali, anche quelli che prima tifavano per l’altra sponda. Papà mi ha fatto soltanto una carezza ma si capisce che è emozionato. Mamma mi ha stretto forte forte e mi ha bagnato il viso con le sue lacrime.

Quella giornata rappresenterà per la mia mamma una pietra miliare, perché da quel giorno lei diventerà la mia più accanita sostenitrice, una specie di tifosa ultras della Lazio, ma soprattutto del suo Bruno, di quel suo figlio fissato con il pallone che era costretta talvolta ad andare a cercare in mezzo alla strada, per riportarlo a casa e mettere fine a quelle sue partite interminabili, magari con la minaccia di un battipanni o di una cucchiarella.



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