Cambieremo prima dell'alba by Clara Sanchez

Cambieremo prima dell'alba by Clara Sanchez

autore:Clara Sanchez [Sánchez, Clara]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Garzanti
pubblicato: 2020-10-19T22:00:00+00:00


Anche Sultana voleva che proseguissi con le lezioni. Dovevo decidere in fretta se andare a palazzo o no. Se non ci fossi andata avrebbero potuto fare pressioni a Fatima e c’era la possibilità che lei si lasciasse scappare qualcosa senza volerlo, per cui non avrei potuto evitare che mi dessero la caccia e che mi uccidessero. O, peggio ancora, che individuassero mia madre e che la torturassero. Se ci fossi andata mi sarei infilata dritta in bocca al pescecane e forse non ne sarei mai uscita, ma allo stesso tempo avrei potuto controllare Fatima ed essere al corrente di quello che via via scoprivano. Forse il re si sarebbe rassegnato e sarebbe andato a Riad a piangere il suo dolore. Al momento gli elicotteri e le lance andavano e venivano cercando il corpo. Sicuramente volevano verificare che si fosse suicidata davvero e che non fosse fuggita come altre principesse.

Feci l’autostop fino a plaza de los Naranjos. Mi diede un passaggio una donna con la pelle bruciata, gli occhi di un azzurro intenso e i capelli quasi bianchi da quanto erano biondi a bordo di una decapottabile verde. Mi ricordò un personaggio dei rotocalchi e mi guardò e mi sorrise come se dovessi riconoscerla. Portava un vestito vaporoso a fiori con i volant ed emanava un odore di crema super-idratante. Tornava da una colazione di lavoro a Puerto Banús e mi consigliava il buffet di Chez Mari Luz. «La gente pensa che io passi la vita ad andare da una festa all’altra e da una piscina all’altra, ma in realtà non faccio altro che lavorare.» A mia volta le confidai che facevo la cameriera al Beach Club e lei mi strinse la mano come se fossimo unite da qualcosa in termini di ricchezza, abbronzatura e vita superiore. «Non sai quanto sei fortunata. Se non avessi casa a Marbella non uscirei di lì. Sono molto, molto amica di Fabián. Non appena potrò verrò a fargli le condoglianze.» «Condoglianze» era una parola che non si attagliava al cielo azzurro lungo il quale ci muovevamo. Era impensabile che lì potesse accadere qualcosa di brutto. Si dava per scontato che di fronte a qualunque avversità degli angeli ci avrebbero innalzato al di sopra del pericolo ed era inconcepibile che l’angelo custode del figlio di Fabián ci deludesse. La donna, certamente famosa, scosse la chioma albina per tornare a una vita che adorava. «La prossima volta ci vedremo al Beach Club», disse. «Prepari i cocktail?»

«Servo solo da bere alle principesse saudite.»

Mi strinse di nuovo la mano, stavolta più forte. Ci legavano ancora più cose. «Povera Amina. Credi che si sia suicidata o che l’abbiano tolta di mezzo?»

Le dissi che probabilmente si era suicidata. «Sono cose che capitano», aggiunsi.

«Io credo che niente succeda per caso. Tutto ha una spiegazione. Pensaci: lei vuole condurre una vita diversa e a loro l’idea non piace. Come nel caso del mio caro Fabián. Se la sua ex moglie non si fosse incaponita a portarsi il bambino a Minorca e a curarlo solo con piante, sciamani eccetera, forse… È un uomo meraviglioso, irraggiungibile.



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