Cammellini che entrano ed escono dalle orecchie by Martinez Filippo

Cammellini che entrano ed escono dalle orecchie by Martinez Filippo

autore:Martinez Filippo [Martinez, Filippo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bompiani
pubblicato: 2015-07-18T16:00:00+00:00


Il bombardiere di gesso

Il bombardiere di gesso volava basso, circolarmente,

e sganciava i suoi ordigni con regolarità.

Marco era un bambino di cinque anni che negli ultimi tempi era stato molto buono.

La notte di Natale della fiaba che sto raccontando era freddissima, ma nel presepio di Marco faceva caldo. Il presepio infatti era nella sala da pranzo, vicino a una vecchia stufa a kerosene che sapeva fare ancora bene il suo mestiere.

Era un presepio molto bello, sembrava vero.

In alto, fissato su quattro stecche di legno, c’era un cielo blu scuro con tante stelle di stagnola che il padre di Marco aveva incollato una ad una.

In basso, sulla destra, c’era un laghetto ricavato da un pezzo di specchio e, tutt’intorno, le montagne di carta si confondevano con quelle dipinte sullo sfondo.

C’erano anche ponti, palme e stradine di ghiaia. Ogni angolo era affollato da piccoli personaggi di gesso: pastori, pecore, viandanti, suonatori di cornamuse… erano tutti rifiniti molto bene e colorati a mano.

Il viso della Madonna sembrava una miniatura.

Bellissimo anche l’angelo. Era stato appeso sulla stalla della natività con un filo nero quasi invisibile e reggeva un drappo con la scritta PACE AGLI UOMINI DI BUONA VOLONTÀ.

Ma il più bello di tutti era Gesù Bambino: guardava verso l’alto e non era di gesso come tutti gli altri, ma di cera.

Quella notte il bambino era andato a letto presto ma, eccitato all’idea dei regali che la mattina dopo avrebbe trovato accanto al suo meraviglioso presepio, aveva tardato molto ad addormentarsi.

Nella stanza da pranzo c’era un gran silenzio; vegliava soltanto la luce fioca e tremolante della stufa a kerosene.

Poi, dal presepio, si udì come un rombo lontano.

Inizialmente nessuno ci fece caso, ma presto tutti, anche i suonatori di cornamuse, si resero conto che sotto il cielo di carta volava un bombardiere di gesso lungo dodici centimetri.

La prima bomba distrusse un gregge.

Le pecore che non erano morte sul colpo belavano di dolore e disperazione; erano belati simili a grida umane, strazianti come grida umane e si confusero infatti con le grida umane che venivano da tutto il presepio.

Il bombardiere di gesso bombardava a tappeto.

Lo specchio del laghetto era frantumato in mille pezzi. L’angelo con la scritta spenzolava sulla stalla a pancia in su, rosso di sangue. Le stelle di stagnola si incendiavano cadendo una ad una. Un suonatore di cornamusa, impazzito per il terrore, dopo una lunga rincorsa durante la quale aveva suonato a perdifiato, si era suicidato fracassandosi il capo contro una palma.

Il bombardiere di gesso volava basso, circolarmente, e sganciava i suoi ordigni con regolarità.

La Madonna, intervistata da un coraggioso cronista di gesso, stava dicendo di aver avuto molte volte dei terribili presentimenti, quando saltò in aria con il cronista e con due pastori.

San Giuseppe cadde cercando di salvare qualcuno.

Gesù Bambino fu colpito al cuore da una scheggia ma, prima di morire, fece in tempo a intravedere l’orto, il bacio, il viso di Giuda; vide Giuda che spenzolava dal fico, vide se stesso crocifisso sotto la pioggia, e i due ladroni ancora vivi, e un soldato romano infreddolito.



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