Canapa. Una storia incredibile by Matteo Gracis

Canapa. Una storia incredibile by Matteo Gracis

autore:Matteo Gracis [Gracis, Matteo]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9791280133083
editore: Officina di Hank
pubblicato: 2020-09-08T22:00:00+00:00


CAPITOLO 10

E IN ITALIA?

Se negli Stati Uniti l’Ottocento era stato il secolo della rincorsa del cotone sulla Canapa e il Novecento il secolo del proibizionismo, cosa accadeva nel frattempo qui da noi? Qualcuno seminava e raccoglieva Canapa?

In realtà anche qui da noi, come altrove, la sua storia era cominciata molto prima.

Furono le legioni romane a introdurne la coltivazione in Italia nel I secolo d.C. al fine di costruire corde e vele per le navi da guerra. Se ne parla già nel De Rustica di Columella e nella Naturalis Historia di Plinio il Vecchio. Per tutta l’antichità classica questo rimase il suo scopo principale, fino ai primi secoli del medioevo, quando la Canapa divenne predominante nelle campagne di buona parte del Paese.

Al sorgere dell’età dei Comuni, intorno all’XI secolo, la pianura padana ne era letteralmente invasa. Da Venezia l’industria mercantile ne richiedeva grandi quantità e da Bologna e Ferrara si organizzava la raccolta e la lavorazione della fibra da esportare verso la potenza marinara. Nelle campagne si organizzavano le bonifiche delle aree paludose proprio allo scopo di poterne ampliare la produzione.

Le famiglie contadine impararono presto a sfruttarne le infinite risorse e aiutare così le povere economie domestiche dell’epoca, traendone fili e cordame per tessere vestiti e lenzuola, utilizzando i semi per zuppe e decotti o come mangime economico e nutriente per gli uccellini, che contribuiva anche a farli cantare meglio.

Nel 1617 il governo piemontese investì nella costruzione della prima fabbrica moderna di corde di Canapa, un’opera ritenuta strategica per rifornire l’esercito sabaudo, mentre il porto di Genova divenne il centro nevralgico dal quale la sempre più pregiata e ricercata Canapa italiana salpava per essere esportata in molti Paesi europei, a cominciare dalla vicina Francia.

Per tutto il Settecento, come già abbiamo visto accadere per Francia e Inghilterra, anche nel Belpaese la coltivazione della Canapa si espanse e stimolò lo sviluppo delle innovazioni tecniche della prima rivoluzione industriale. La coltura di questa Pianta era talmente importante in tutta Italia da forgiarne il paesaggio, la toponomastica e più in generale l’organizzazione sociale e urbanistica.

Nel 1820 il governo borbonico terminò la costruzione di quella che nei fatti fu la prima tangenziale di Napoli. Oltre venti chilometri di strada solcavano le colline flegree per congiungere i campi a nord del capoluogo campano con il lago di Agnano. La strada, oggi conosciuta come la Miano-Agnano, venne chiamata “via dei Canapi”. Il suo scopo era infatti quello di agevolare il trasporto di una delle principali risorse economiche del regno, la Canapa, appunto, a partire dalle zone verdi di Secondigliano, in cui veniva prodotta, fino al grande lago dove si svolgeva il processo di macerazione degli steli.

Pensarlo oggi può stupire, ma per secoli nelle province di Napoli e Caserta la presenza della Canapa fu totalizzante. Le campagne in cui veniva coltivata erano organizzate come veri e propri centri produttivi indipendenti, raccolti intorno ai casali, ovvero insediamenti di più gruppi di famiglie dedite alla canapicoltura che, nel corso tempo, divennero veri e propri Comuni. Secondigliano, Vomero, Posillipo, Capodimonte, Antignano, Arenella e tanti altri centri oggi importanti e densamente abitati nacquero esattamente così.



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