Casa di mare by Marco Buticchi

Casa di mare by Marco Buticchi

autore:Marco Buticchi
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: Biography & Autobiography, ebook, General
ISBN: 9788830446700
editore: Longanesi
pubblicato: 2016-08-23T22:00:00+00:00


22.

Non fu facile, per mia madre, mettermi al mondo: avevo il cordone ombelicale avvolto intorno al collo e riuscii a nascere dopo un travaglio lunghissimo. Entrambi avevamo rischiato grosso. Mio padre trascorse i giorni seguenti in famiglia, almeno sino a che non gli consegnarono l’auto con cui avrebbe corso la XXIV edizione della Mille Miglia.

La Ferrari 250 Berlinetta gli fu affidata a Maranello il mattino del 7 maggio. «Mi raccomando, Buticchi», gli disse il collaudatore della casa modenese, «so che, con le prove, lei non va troppo d’accordo. La tratti bene. È uno tra i nostri migliori piloti.»

La Scaglietti Tour de France, così la chiamavano gli appassionati, era una granturismo dodici cilindri, tremila di cilindrata e duecentoquaranta cavalli, un’auto prodotta in quarantacinque esemplari presso le officine Scaglietti su disegno di Pininfarina.

Memore delle parole del collaudatore, mio padre limitò le prove allo stretto indispensabile per acquisire dimestichezza con l’auto. Aveva già corso con una Ferrari Zagato, ma l’aveva ceduta dopo poche gare: non gli piaceva come rispondeva in frenata e, per questo motivo, aveva chiesto che i freni della Berlinetta fossero potenziati.

Sarebbe partito, col numero 430, all’alba del 12 maggio. I milleseicento chilometri della competizione avrebbero messo a dura prova ognuno dei quasi trecento concorrenti. Tutti indistintamente: dai grandi campioni ai «gentleman driver».

Le Ferrari da competizione 335S affidate dalla casa automobilistica a Piero Taruffi, Collins e de Portago avrebbero preso il via a partire dalle cinque del mattino. Albino non avrebbe potuto tenerle come riferimento, anche se sarebbe stato inutile: erano troppo più veloci della sua Berlinetta per pensare di ingaggiare battaglia con loro. Si sarebbe accontentato di bissare il successo ottenuto due anni prima con l’Alfa Romeo: terminare una Mille Miglia attorno al trentesimo posto assoluto avrebbe rappresentato un risultato lusinghiero. Pur stremato, senza l’ausilio di un copilota, cercò di dare il massimo per tutte le undici ore di gara massacrante. Giunto a Roma, gli comunicarono che si trovava tra i primi. Certo, pensò lui, tutti i più forti non sono ancora passati.

Non si rendeva conto, ancora, che lui stesso si era inserito, e a pieno titolo, tra i più abili piloti di automobilismo del suo tempo.

La classifica provvisoria era aggiornata di arrivo in arrivo. Ma nessuno o quasi era riuscito a scalzare Albino Buticchi dalle posizioni di testa.

Alla fine primo assoluto risultò Piero Taruffi, seguito da Von Trips e Gendebien, tutti su Ferrari ufficiali. Albino si classificò al nono posto assoluto, quarto di classe, immediatamente dietro ai mostri sacri dell’automobilismo di tutti i tempi.

Ma non ci fu il tempo di gioire: il diciassettesimo marchese de Portago, Alfonso de Borja Cabeza de Vaca y Leighton, aveva subito un terribile incidente a Guidizzolo, nei pressi di Mantova, a un passo dal traguardo. La sua Ferrari Sport era decollata, dopo l’esplosione di uno pneumatico, ed era piombata tra gli spettatori uccidendone sul colpo nove, tra cui dei bambini. Nemmeno il pilota e il suo secondo, il giornalista americano Nelson, erano sopravvissuti.

La cerimonia di premiazione risentì del tono di mestizia che regnava tra piloti e organizzatori.



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