Casi umani by Lucarelli Selvaggia

Casi umani by Lucarelli Selvaggia

autore:Lucarelli Selvaggia
La lingua: ita
Format: epub
editore: Rizzoli
pubblicato: 2018-01-22T16:00:00+00:00


Struttura invecchia

Una volta, quando la mia fiducia nella fauna maschile era ormai ridotta ai minimi termini e pensavo che a quel punto valesse la pena concedere un’opportunità pure a uomini che non la meritavano neppure sulla carta, uscii a cena con un fashion blogger. So quello che state pensando, ma vi prego. Non giudicatemi.

Il tizio, che chiameremo Simon, era parecchio più giovane di me, vantava 764.000 follower su Instagram e un titolo di studio tipo «Due anni di Trono presso Istituto Maria De Filippi». Mi aveva contattata, appunto, via Instagram ed era desideroso di dimostrarmi che oltre alle stories in cui esibiva gli addominali e salutava le sue fan chiamandole «caramelline», ci fosse molto di più. Io gli avevo risposto che non avevo voglia di fare esterne con un ex tronista specialmente senza Jacuzzi, lui aveva insistito un po’ e alla fine, visto che il suo ultimo messaggio era arrivato quando avevo appena scoperto che il mio ex usciva con la sua fisioterapista, quella che «è solo un’amica, tu sei paranoica!», pronunciai un sì per sfinimento. Quella sera sarei uscita pure con Balotelli. Mi invitò – credo per smarcarsi dal cliché del tatuato incolto – in un noto ristorante stellato del centro, cosa che mi fece sorridere perché la sua pagina Instagram contava almeno sedici tag nella nota pizzeria Dal Cassamortaro a Roma, trentaquattro presso i Fratelli la Bufala a Bologna e quindici alla trattoria Da Gigi il vip a Milano, famoso ritrovo di calciatori e aspiranti wags. Un posto, per intenderci, in cui i primi piatti si chiamano Tagliatelle all’Isola dei famosi, Tagliata Grande fratello, Tiramisù Bobo Vieri, Macedonia del bomberone e, infine, il capolavoro: Insalatona mista sorelle Rodriguez. Arrivai puntualissima, mi accomodai al tavolo prenotato e vuoto, sistemato in un angolo piuttosto buio della sala e lo attesi la bellezza di ventisette minuti senza ricevere neppure un Whatsapp di scuse. Ero lì lì per andare via, quando lo vidi venirmi incontro con le braccia spalancate come a dire: «Scusa, ma il Gruppo Bilderberg non sai mai quando ti lascia andare a casa!» che invece si tradusse in un più modesto: «Scusa ma non mi si caricava l’ultima storia di Instagram!».

Finsi di comprendere il dramma del selfie all’addominale obliquo che non si caricava più perché avevo sbirciato il menu e desideravo ardentemente gli spaghetti di grano saraceno con le lumachine di mare che perché mi paresse una scusa accettabile, e le due ore più lunghe della mia vita ebbero inizio.

Simon era vestito come il testimone di nozze a un matrimonio del Boss delle cerimonie. Si capiva che si era impegnato perché aveva lasciato la t-shirt bianca con le scritte tamarre a casa e non aveva i capelli umidicci di gel come se fosse stato appena estratto dalla placenta, ma probabilmente era anche peggio. Completo argento (ripeto a-r-g-e-n-t-o) di qualche stilista in voga tra i migliori rapper e spacciatori del Paese, mocassino di pelo viola e camicia bianca con le iniziali SMI.

«Bella la tua camicia… S sta per Simon, M



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