Ciclisti nella bufera (Italian Edition) by Fausto Bagattini

Ciclisti nella bufera (Italian Edition) by Fausto Bagattini

autore:Fausto Bagattini [Bagattini, Fausto]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Trovaci sempre su: Marapcana.today
pubblicato: 2017-01-15T23:00:00+00:00


QUANDO ROBERTO VISENTINI SEGÒ LA BICICLETTA

Se è vero che la sconfitta può assumere molte maschere, c’è un ciclista che più di ogni altro le ha svelate tutte. Si tratta di Roberto Visentini che ha legato l’intera carriera a un’unica corsa: il Giro d’Italia. Classe 1957, rampollo di una ricca famiglia del bresciano, arriva nei professionisti nel 1978, con un curriculum da predestinato: campione d’Italia e del Mondo tra gli Juniores, vincitore del Mondiale a cronometro tra i dilettanti.

Alla sua prima apparizione al Giro coglie un onesto quindicesimo posto che gli basta per conquistare la maglia bianca, quella destinata al miglior giovane. Inizia così la scalata a piccoli passi verso il vertice della classifica. Edizione dopo edizione.

Dotato di un talento innato, forte in salita e ottimo a cronometro, Visentini ha le potenzialità del fuoriclasse, ma schiacciato dal dualismo Moser-Saronni, si ritrova a rinvigorire quella schiera di ciclisti solo apparentemente di “seconda linea”, insieme Battaglin, Barnochelli, Contini, il cui giudizio rimarrà sospeso tra il campione e l’eterno incompiuto. A fronte di sole venti vittorie, troppo poco per il suo immenso talento, conquisterà comunque ventisette maglie rosa, collocandosi al decimo posto nella speciale classifica, davanti a grandi del passato come Girardengo, Magni, Gimondi e Koblet.

Alfredo Martini diceva di lui che sui pedali era bello ed elegante come un vaso di ceramica, alludendo implicitamente a come tanta classe fosse direttamente proporzionale a tanta fragilità mentale e agonistica. Perché se è vero che tecnicamente Visentini non era secondo a nessuno, il suo problema era la testa. La fragilità dei nervi, acuita da un carattere difficile, che non lo rendevano particolarmente amato nel gruppo. “Roby il solitario”, presero presto a chiamarlo.



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