Cloruro di sodio by Jussi Adler-Olsen

Cloruro di sodio by Jussi Adler-Olsen

autore:Jussi Adler-Olsen [Adler-Olsen, Jussi]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marsilio
pubblicato: 2023-10-24T13:30:31+00:00


* * *

«Posso entrare, per favore?» disse poi, vedendo una donna comparire alle spalle del gigante, ai piedi di una scala che portava al piano superiore.

L’uomo si fece di lato per lasciarle passare, mostrando con un gesto della mano che erano entrambe le benvenute.

«Scusa, Adam, se ci presentiamo così» disse Sisle. «Pauline, qui, ha avuto un attacco di panico. Pensava volessi farle del male.»

Sul viso dell’uomo passò un’ombra di meraviglia, che però si sciolse subito in un sorriso: «Che strano» commentò rivolgendosi alla donna che li aveva appena raggiunti. «Sisle è la persona più adorabile che conosciamo, non è vero, Debora?»

Pauline provò un sollievo indicibile quando l’uomo, che scoprì chiamarsi Adam, propose di accompagnarla a casa dopo aver scambiato qualche parola con la moglie. «Se vuoi, puoi venire con noi, Sisle. Così poi riaccompagno anche te.»

«Buona idea» disse lei. «Per ora vorrei solo vedere Pauline a casa sana e salva.»

In macchina, dandole una pacca sulla spalla dal sedile di dietro, Sisle si rivolse ancora a Pauline: «È stata una giornata un po’ dura per te, vero, amica mia?»

Forse non è ancora tutto perduto, pensò Pauline cogliendo un riflesso di Sisle nello specchietto retrovisore. In fondo doveva essere una brava persona, altrimenti Palle non avrebbe… In quel momento, il parabrezza inquadrò la sua casa modesta.

«Capirei benissimo che non mi volessi aiutare, dopo quello che è successo oggi» azzardò. «Ma devo chiedertelo lo stesso. Ho bisogno di un prestito, finché non verranno tempi migliori.»

Nello specchio dell’auto vide che Sisle rifletteva bene, ma quando furono nel salotto di Pauline disse di sì.

«Ti chiedo solo di firmare un pezzo di carta, spero che tu capisca. Di quanto hai bisogno? Centomila corone?»

Pauline non riuscì a evitare un gemito di sorpresa. Il polso le impazzì e fu presa da una vertigine, era come se l’ossigeno non le arrivasse al cervello.

«Ti senti male di nuovo? Aspetta, preparo subito il documento, stai tranquilla. Però tu intanto mettiti a letto.»

«Non hai qualche calmante, una cosa che ti aiuti a rilassarti?» domandò l’uomo, premuroso.

Pauline guardò Sisle, che si era seduta alla scrivania e grattava veloce un foglio di carta.

«Sì, grazie. Ci sono dei sonniferi nell’armadietto del bagno. Forse però prenderò un diazepam, mi sembra meglio. Ho delle pillole da due e cinque milligrammi, una da due basterà.»

L’uomo tornò dal bagno con un bicchiere d’acqua, due pillole in mano e il solito sorriso. «Queste sono da due milligrammi, ma fossi in te ne prenderei due. Tieni!»

Pauline buttò indietro la testa e ingoiò le due pillole in un colpo solo. Dopo qualche istante, tutti i dispiaceri di quella giornata cominciarono a perdere di significato. A questo mondo esisteva ancora un po’ di bontà.

«Vuoi un altro po’ d’acqua?» domandò l’uomo poco dopo, mentre Sisle si voltava verso di loro, con il foglio in mano.

Pauline vuotò il bicchiere in un sorso, e si accorse solo dopo di quanto fosse amara quell’acqua.



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