Coriolano della Floresta: Versione integrale dell'opera originale pubblicata nel 1914 (Italian Edition) by Luigi Natoli

Coriolano della Floresta: Versione integrale dell'opera originale pubblicata nel 1914 (Italian Edition) by Luigi Natoli

autore:Luigi Natoli [Natoli, Luigi]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Dario Flaccovio Editore
pubblicato: 2016-11-24T23:00:00+00:00


LXI

Nel quale si legge che non v’è muro che non possa infrangersi

Cesare era diventato l’amico intimo del cavaliere don Mariano Ventimiglia, il quale era un uomo piacevole, pieno di trovate, ed un perfetto giocatore di carte.

Con ammirabile pazienza, coadiuvato da Cesare, che lavorava dalla parte opposta, aveva potuto intaccare il muro così profondamente, che non era riuscito poi difficile far cadere una delle pietre e aprire una breccia che, se non consentiva ancora di far passare una persona, bastava a tenere l’uno in compagnia dell’altro. Essi avevano cura di rimettere la pietra a posto, quando aspettavano la visita del custode che, per altro, non era minuziosa, né frequente.

In questo modo poteva ben dirsi che facevano vita in comune, il che rendeva a Cesare meno penosa quella prigionia; ma nonostante questa comunità Cesare non era riuscito a penetrare nella vita del suo compagno, che aveva un non so che di misterioso e di riserbato.

Non si era potuto e saputo spiegare, per esempio, da chi don Mariano ricevesse denari e notizie di quel che accadeva in città. Una sola volta era venuto a visitarlo qualcuno, che Cesare non aveva veduto, ma che don Mariano gli aveva detto fosse un parente; ma intanto il cavaliere sapeva giorno per giorno quel che avveniva fuori del castello. E un’altra cosa meravigliava Cesare, che il cavaliere non fosse stato interrogato dal fiscale, né giudicato. Dopo quella chiamata nelle stanze del castellano, lo avevano lasciato in pace, come se l’avessero dimenticato.

– Così va la giustizia da noi! – spiegò don Mariano; – delitti che vorrebbero una indagine e un giudizio maturo, si sbrigano in due o tre giorni, secondo talenta al viceré; e si manda sulle forche un disgraziato nella maniera più spiccia; e delitti che dovrebbero sbrigarsi subito, perché chiari ed evidenti e di lieve conto, aspettano mesi e mesi!...

Del resto non v’era da meravigliarsi; neppure Cesare ancora aveva subito l’esame del magistrato; anche lui aspettava di sapere di quali delitti fosse veramente accusato.

Don Mariano gli diceva:

– Non ve ne inquietate. Più tempo passa, e meglio è per voi. Dice il proverbio: piglia tempo e campera. Ma del resto vedrete che fra qualche giorno il fiscale vi chiamerà nella stanza degli interrogatori...



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