Cosa Tiene Accese Le Stelle by Mario Calabresi

autore:Mario Calabresi [Calabresi, Mario]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Europe, Italy, History
ISBN: 9788804610212
Google: Vk7noPW7rLUC
editore: Mondadori
pubblicato: 2011-05-29T14:48:20+00:00

Me lo diceva e non aveva idea di cosa sarebbe successo. Era stressato dall'assalto dei fan e non avevano neppure ancora inventato i cellulari...»

De Martin mi ha detto che ci vorrebbe un nuovo galateo delle tecnologie, una «net-etiquette», insomma un'etichetta della rete. «Bisogna sviluppare delle contromisure: la prima cosa da fare è imparare a spegnere il telefonino, solo i medici chirurghi che si occupano di trapianti possono dire davvero di doverlo tenere sempre acceso. Provateci, spegnetelo mentre siete al cinema o a cena con qualcuno e, quando lo riaccenderete, scoprirete che nella gran parte dei casi non è successo assolutamente niente. D'altronde» e lo dice una delle persone più «tecnologiche» che mi sia capitato di incontrare «la gente viveva anche prima dell'avvento dei telefonini. La seconda è di imparare a non gridare se si parla al telefono in treno o su un mezzo pubblico: non è affatto scontato che quello che dici interessi ai tuoi compagni di viaggio; la terza è di sostituire, nei luoghi dove non sei solo, la suoneria con la vibrazione; la quarta è di non controllare le mail, i messaggini o la tua pagina Facebook a ogni istante e di non cominciare a digitare compulsivamente mentre stai parlando con qualcuno; la quinta è di non mettere il telefono sul tavolo del ristorante».

Mentre De Martin sta facendo il suo elenco, vedo che il mio cellulare è esattamente accanto al piatto, così cerco di spostarlo, senza dare nell'occhio, e di farlo scivolare nella tasca della giacca. Lui finge di non vedere e aggiunge: «Ci si guadagna molto a seguire queste regole, perché ti concentri su quello che fai o sulla persona con cui parli, e la qualità dell'incontro ne beneficia enormemente».

Il miglior allievo di De Martin è Sergio Marchionne, che possiede cinque telefonini: due italiani, due americani e uno svizzero. Quelli americani e italiani sono doppi perché uno è «aziendale», l'altro personale. Li porta sempre con sé, impilati in un nécessaire di pelle, di quelli che si usano per metterci lo spazzolino, il rasoio e la schiuma da barba. Insieme ai cellulari tiene un po' di pacchetti di sigarette e una piccola statuetta di Ganesh, la divinità indiana con la testa di elefante: «Chi me l'ha regalata dice che è il signore del buon auspicio e porta prosperità e fortuna, e di questi tempi ogni cosa è ben accetta». Appena arriva in uno dei suoi uffici, tira fuori tutto e piazza la statuetta sulla scrivania vicino al computer.

L'amministratore delegato della Fiat un tempo teneva i telefonini accesi contemporaneamente, saltava da uno all'altro e i fusi orari si incrociavano, poi ha deciso di tenerne acceso uno per volta, a seconda del Paese di cui si sta occupando e delle persone di cui ha bisogno di avere notizie. Ora ha imparato a spegnerli se entra in riunione o deve pranzare con qualcuno.

Prima di sedersi a tavola li controlla e poi li fa sparire. Non sopporta il multitasking, la mania di fare più cose contemporaneamente, che ha contagiato le giovani generazioni.

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