Cristianesimo by Hans Küng

Cristianesimo by Hans Küng

autore:Hans Küng [Küng, Hans]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2012-12-20T23:00:00+00:00


Papato rinascimentale e l’incapacità di riformare la chiesa

In ogni caso per la chiesa e il cristianesimo dal rinascimento (se si prescinde dall’arte) non sono provenuti effetti generali capaci di trasformare un’epoca, se non si vuole designare come tale la crescente italianizzazione di papa e curia, che doveva prodursi in seguito. I papi, da Niccolò V, sotto il quale nel 1452 ebbe luogo l’ultima incoronazione imperiale da parte di un papa, poi l’abdicazione dell’ultimo antipapa e la conquista di Costantinopoli (1453) con la sua scia di paure, fino a Leone X, sotto il quale si riunì, senza risultati per le riforme, il quinto concilio Lateranense e subito dopo esplose la Riforma: proprio questi papi italiani furono zelanti promotori dello spirito del rinascimento. La basilica vaticana di Bramante e Michelangelo come pure le Stanze di Raffaello e la Cappella Sistina di Michelangelo dicono abbastanza!

Certamente delle precedenti ambizioni di sovranità mondiale dei papi ora era rimasto soltanto uno Stato territoriale italiano di media grandezza con un governo di nuovo interamente italiano. A partire dalla pace di Lodi del 1454 lo Stato della chiesa è soltanto una delle cinque potenze italiane maggiori («Cinque principati»), assieme al ducato di Milano, alle repubbliche di Firenze e Venezia e al regno di Napoli. In queste condizioni i papi, con la loro gigantesca attività edilizia e promozione dell’arte, intendevano dire in maniera visibile che la capitale della cristianità è per lo meno il centro anche dell’arte e della cultura.

Ma tutto ciò venne ottenuto a spese della riforma della chiesa, che avrebbe presupposto un radicale cambiamento di mentalità sia nei papi che nei loro funzionari curiali. A ciò però non pensava nessuno in un tempo in cui anche i papi – Machiavelli aveva sufficiente materiale documentario contemporaneo – erano prìncipi rinascimentali italiani del tutto simili agli altri prìncipi. Essi svolgevano senza scrupoli la loro politica d’interesse, non indietreggiavano di fronte a nessun intrigo e bassezza, e governano lo Stato della chiesa come fosse un principato italiano di loro proprietà: vengono preferiti i loro nipoti o figli legittimati (bastardi); si cerca di organizzare dinastie nella forma di piccoli principati ereditari per le famiglie papali dei Riario, Della Rovere, Borgia.

Naturalmente anche sotto i Borgia si era coscienti della necessità di un programma riformatore. Ma quanto più passava il tempo tanto più sfacciatamente questi «papi rinascimentali» (il loro nome divenne proverbiale) conducevano una vita in un lusso mostruoso, in una sfrenata avidità di piaceri e in una disinvolta depravazione. Mai uno storico riuscirà a scoprire quanti figli hanno avuto questi papi, che naturalmente continuavano a ribadire instancabilmente per la «loro» chiesa la legge del celibato. È sicuro soltanto il fatto che, ad esempio, il corrotto Sisto IV (francescano e patrocinatore dell’«immacolata concezione» di Maria) ha provveduto a intere schiere di nipoti e favoriti a spese della chiesa e ha elevato al cardinalato sei nipoti, tra cui il cugino Pietro Riario, uno dei più scandalosi libertini della curia romana, che già a venticinque anni soccombeva ai suoi vizi.

Non è il caso di diffondersi qui su tutto ciò.



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