Dal nulla: La mia storia by Vardy Jamie & James Stuart

Dal nulla: La mia storia by Vardy Jamie & James Stuart

autore:Vardy Jamie & James Stuart [Vardy Jamie & James Stuart]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, Sports, Personal Memoirs
ISBN: 9788858774090
Google: hdeqDQAAQBAJ
editore: Giunti
pubblicato: 2016-11-29T23:00:00+00:00


8.

LA GRANDE FUGA

“Quella cazzo di oca.”

Nell’estate del 2014 non sapevo più quante volte avevamo mormorato quella frase, mentre ci stropicciavamo gli occhi nel mezzo dell’ennesima notte in cui ci eravamo svegliati per maledire il volatile che se ne stava fuori da casa nostra a Mountsorrel e faceva quel verso orrendo.

Non avevo bisogno di aprire le tende e guardare fuori dalla finestra: conoscevamo bene quell’oca, un ospite sgradito che si era trasferito lì in pianta stabile e pattugliava la zona di fronte a casa nostra come una guardia di sicurezza; la cosa non ci infastidiva, non fosse stato per quel baccano. Quando cantava a piena voce, quasi sempre nelle prime ore del mattino, non c’era verso di non sentirla.

Se quell’oca per me era un tormento, per Becky era il nemico pubblico numero uno; all’epoca il pancione era molto grande e faticava in ogni caso a dormire bene, quindi tutto quello starnazzare era l’ultima cosa di cui aveva bisogno.

Avevamo provato di tutto, mobilitato i vicini, chiamato la Protezione animali, ma la nostra frustrazione non faceva che aumentare ogni volta che l’uccello tornava. Disperati e in debito di sonno, pensammo che non avevamo altra scelta che provare a far fuori l’oca: non mi andava di farlo a mani nude, così frugai tra la mia attrezzatura da pesca e scovai una fionda, e un pomeriggio, dopo l’allenamento, presi alcuni sassi, mi posizionai al piano terra, caricai la fionda e presi la mira. Ma tutto quello che ottenni fu di spaventarla e tenerla lontana qualche ora.

Arrivammo al punto che l’oca era diventata un argomento di conversazione ovunque andassimo, e una sera che eravamo a casa di amici mostrammo loro il video dell’oca che avevamo ripreso con il telefono, in cui si sentiva il chiasso che faceva, e risero molto. A un certo punto il mio amico mi guardò e mi disse: “Perché non le spari?”

“Cosa?” risposi io un po’ sorpreso. “Non ho un’arma.”

“Ti presto la mia,” disse lui.

Becky e io ci guardammo: eravamo davvero arrivati a quel punto? Con le borse sotto gli occhi e la pazienza agli sgoccioli, la risposta non poteva che essere sì.

Avevo già impugnato un’arma, quando ero solo un ragazzo e con un amico di mio padre che aveva un fucile andavamo nel suo cortile a sparare a un bersaglio; ma sparare a un’oca lungo il fiume Soar mi sembrava una cosa un po’ diversa: sono un amante degli animali, e sapevo che avrei dovuto combattere con la mia coscienza prima di prendere di mira l’oca.

Resistendo alla tentazione di mettermi un passamontagna, andai al piano di sopra, aprii la finestra, mi appoggiai al davanzale e attesi. Era buio e nessuno poteva vedermi, né i vicini né l’oca, quando fosse arrivata: fuori tutto taceva, finché, giusto in tempo, finalmente apparve. Guardai dentro il mirino telescopico posto sopra il fucile, cinsi saldamente il grilletto con il dito e feci quello che dovevo.

Bang! L’oca si mise ad agitare furiosamente le ali, ma con mia grande sorpresa restò dov’era, quasi sfidandomi; ricaricai l’arma e sparai



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