Dalla via Emilia a San Pietroburgo by Tiziano Bisi

Dalla via Emilia a San Pietroburgo by Tiziano Bisi

autore:Tiziano Bisi [Bisi, Tiziano]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Quodlibet
pubblicato: 2021-12-22T11:18:11+00:00


Un bar fumoso di San Pietroburgo

Ecco, è pomeriggio, e siedo in un bar fumoso di San Pietroburgo. In questo pomeriggio di acquazzoni e venti che sfregiano siedo a un tavolino dello SPB bar in ulica Marata. La catena di bar per studenti dove alle tre del pomeriggio c’è gente che beve canestri di birra da cinque litri e in sottofondo suonano i Jane’s Addiction.

Siedo nella sala per fumatori persino se non fumo. Solamente da qui è possibile ammirare il passeggio, l’andirivieni per la via. Una popolazione di occhi che non si distinguono. Individui, persone, bande, piccoli gruppi di empi, abominevoli. Esemplari mostruosi della grande e inutile razza umana. Un tempo mi spaventavo nel camminargli attraverso. Un tempo quelle facce mi piombavano addosso come fari di un camion in contromano.

Adesso io le guardo in silenzio. Adesso non me ne frega granché della vita esteriore. Improvvisamente, mi sono reso conto di non aver nulla da capire. Adesso io lascio che ogni cosa segua il suo corso. Adesso io sono nel mondo, eppure non ne faccio parte. Come una statua che non spiccica parola.

«Siate nel mondo, non del mondo», così parlò Gesù agli straccioni, agli sbrindellati, ai minchioni, agli idioti, ai figli di buona donna.

Mi pare piuttosto di osservare un acquario e coloro che vi sfrecciano dentro non lo sanno di essere prigionieri della mia personalissima prospettiva. S’illudono di poter girare liberamente per di qua e per di là. Di poter entrare in quel tal negozio. Ad agghindarsi. Persino di salire su quel tal altro bus. Il che non ha alcun senso. Questo mondo ha bisogno di tutto, tranne che di persone!

Intanto, orecchio le chiacchiere di chi mi è seduto intorno. Metto in ordine le mie povere idee! Annoto in un angolo della tovaglietta i miei pensieri un attimo prima che spariscano come nuvole spinte via dai venti del Baltico. Che sono un gran ventaglio di emozioni. Concordanze, divergenze. A tratti entusiasmo. Che mi gira per la testa come un fuoco elettrico! A volte malinconie, profondissime, dell’animo. Che non è rassegnazione. Piuttosto uno sguardo svuotato dalle aspettative. Trascorro il mio tempo intrecciando sguardi con le ragazze che siedono in questa penombra vuota di risposte davanti a una tazza di tè.

«Tiziano, smettila di cercare e troverai. Tiziano, smettila di darti delle risposte e presto non ci saranno più domande», così mi ripeto io.

«Tiziano, nessuna risposta potrà mai aiutarti».

Nel mentre, mando giù un caffè diluito nell’acqua contaminata dai metalli pesanti della Neva. Perché i bollitori delle macchinette dell’espresso prelevano direttamente dalle tubature dell’acqua cittadina. L’acqua che finisce nella mia tazzina è quella putrida dell’acquedotto. Quella che a berla pura si resta piegati in due per una settimana. La mia seggiola è accostata alla vetrata che s’affaccia sul marciapiede della ulica Marata con i suoi capannelli di spacciatrici di visti Schengen, assicurazioni, registrazioni. Ogni mattina tentano di placcarmi quando infilo di buon passo le porte della stazione della metropolitana Majakovskaja. Vorrebbero vendermi un visto finlandese valido per viaggiare in Europa. Vorrebbero venderlo a me che dall’Europa sto scappando!

«Me lo dia lei un motivo valido per tornarci in Europa!».



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