dall'altra sponda by Dall'altra sponda (Ortica)

dall'altra sponda by Dall'altra sponda (Ortica)

autore:Dall'altra sponda (Ortica)[LDB]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Ortica Editrice
pubblicato: 2014-11-25T05:00:00+00:00


Consolatio

Scritto a Parigi, il 1 marzo 1849

«Der Mensch ist nicht geboren frei za sein»

Goethe

Di tutti i dintorni di Parigi io preferisco Mont-Morency. Là niente colpisce l’occhio, né parchi sfarzosi come a Saint-Cloud, né viali d’alberi come al Trianon; eppure è difficile staccarsene. La natura è semplice come certi volti di donne che non sono appariscenti, ma attraggono per una vaga espressione di grazia e di fiducia, e l’attrazione è tanto più forte in quanto non ci se ne accorge. Tale natura e tali volti hanno, in generale, qualcosa di commovente, di calmante; e per questa calma soprattutto, per questa goccia d’acqua accordata a Lazzaro, il senso di gratitudine penetra l’anima dell’uomo moderno, continuamente scossa, dilaniata, agitata. Più d’una volta ho trovato riposo a Mont-Morency, e gliene sono riconoscente. C’è là un grande bosco, un’alta collina, e il silenzio che invano si cerca nei dintorni di Parigi. Non so perché, ma questo bosco mi ricorda sempre le nostre foreste russe... Si va e sembra... Via, fra poco sentirò il fumo della stalla e poi si scorgerà il villaggio... Da questa parte dev’esserci il giardino padronale, ché la strada si allarga e segue una radura.... Ma, ahimé, giunto all’orlo, ebbi la triste sorpresa di vedere, invece di Zvenigorod, Parigi; invece della piccola finestra del sindaco o del prete, la piccola finestra da cui, per tanto tempo e con tanta angoscia, guardò Jean-Jacques...

È a questa casetta che, un giorno, s’avvicinarono una signora di circa venticinque anni, vestita di nero, e un uomo di mezza età, dai capelli precocemente brizzolati; apparentemente dei viaggiatori. Le loro facce spiravano un senso di serietà e di calma. Una lunga consuetudine di concentrazione e di vita ricca di pensieri e di avvenimenti imprimeva ai loro tratti un’espressione particolare, di nobile quiete. Non il riposo primitivo, ma il riposo che segue la tempesta, che segue la lotta e la vittoria.

— Ecco la casa di Rousseau, disse l’uomo, indicando una piccola casetta di tre o quattro finestre. Si fermarono. Una delle finestre era semi aperta e il vento ne agitava la tenda.

— Questo moto della tenda, osservò la signora, mi fa involontariamente fremere: da un momento all’altro ci si aspetta di vedere il vecchio sospettoso e triste scostare la tenda e domandarci che cosa vogliamo. A vedere questa pacifica casetta in mezzo al verde, chi direbbe che una volta fu la roccia di Prometeo del grande uomo la cui colpa fu di aver troppo amato gli uomini, di aver troppo creduto in essi, di aver loro augurato più bene di quanto essi stessi si auguravano? I suoi contemporanei, non potendo perdonargli di aver dato espressione ai segreti rimproveri della loro stessa coscienza, lo pagavano d’un falso sorriso di disprezzo; e lui se ne offendeva. Consideravano matto il poeta della fratellanza e della libertà; avevano paura di riconoscere in lui la ragione, perché avrebbero dovuto riconoscere la propria imbecillità; e lui li compiangeva. In compenso di tutta una vita di devozione, dell’appassionato desiderio di venir loro in aiuto, di amare, di



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