Danubio by Claudio Magris

Danubio by Claudio Magris

autore:Claudio Magris
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: Garzanti
pubblicato: 2011-09-29T22:00:00+00:00


26 • Odissea nello spazio

L’enorme edificio lungo il canale del Danubio, al n. 95 della Obere Donaustrasse, è la centrale dell’IBM. Una targa, all’ingresso principale, ricorda che in quel luogo, nei locali del bagno Diana che ora non esiste più, Johann Strauss ha eseguito per la prima volta, il 15.2.1867, Sul bel Danubio blu. Il bagno Diana era certo più attraente di questo scatolone, ma i calcolatori e i cervelli elettronici ora installati in quell’ex tempio della caducità, nel quale una civiltà chiedeva alla leggerezza l’elusione della tragedia, non turbano il roteare di quel valzer che, come ha visto genialmente Kubrick in Odissea nello spazio, esprime l’unisono col ritmo e col respiro dei mondi. Se i giapponesi annunciano un computer presto capace di avere la complessità dell’uomo, questi potrebbe forse, un giorno, comporre il ritmo circolare di quel valzer, gioia che sempre fugge per sempre ritornare ma più tenue e lontana, nostalgica ma scettica di poter vincere la caducità.

Anche i calcolatori e i cervelli elettronici, come l’astronave che essi fanno funzionare, sono inseriti in quella musica degli spazi nella quale procede l’astronave. Nell’eterno ritorno del valzer c’è qualcosa di eterno, non solo l’eco del passato – dell’età di Francesco Giuseppe, finita, secondo una vecchia battuta, con la morte di Strauss – ma il continuo proiettarsi di quel passato nel futuro, come le immagini di eventi remoti che viaggiano per lo spazio e sono già, per qualcuno che le riceverà chissà dove e chissà quando, il futuro.

Quella centrale IBM è anche un cuore del mondo degli affari, ma pure Strauss, autentico artista ammirato da Brahms, era un’industria che forniva febbrilmente beni facilmente consumabili, i quali peraltro sfioravano miracolosamente la poesia. La targa su quell’edificio ci fa sentire simili a Hal, il cervello elettronico che, in Odissea nello spazio, si umanizza fino al punto di sbagliare, di provare passioni e paure. Chi ama il valzer, non si scandalizza che, nel 1982, un computer sia stato proclamato uomo dell’anno.



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