Diari by Plath Sylvia

Diari by Plath Sylvia

autore:Plath, Sylvia [Plath, Sylvia]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


"Martedì sera, 7 gennaio". E' da un paio di giorni che te ne stai sdraiato sotto il tavolo d'acero a sentire le lacrime, i telefoni squillare, il tè versato dalla teiera di peltro. Perché non resti lì fino a marcire o a venir buttato via con la spazzatura, libro? Un relitto in secca, con il tempo e le lacrime che ti si avvicendano intorno, montando e scivolando freschi e distanti nel blu. Te ne stai lì, a raccogliere la polvere, lo sporco rosa pallido e lavanda dal tappeto, con le pagine bianche, e la mia voce muta, strozzata. O a viaggiare nell'aria, spinto insieme con altre grida e lamenti verso qualche limbo in una nebulosa lontana. Comunque: a forza di sprecare un po' di inchiostro qui sopra, dopo aver contato le tue pagine, dovresti farmi attraversare indenne la primavera verso la mia cosiddetta libertà - da quello che mi sembra di conoscere se non fosse per quello che posso solo sognare. Scrivere racconti e poesie non è così inverosimile. Ma parlarne a livello ipotetico è avvilente: una cosa. Oggi, fuori, scende la neve. E' a questo punto che entro in scena io. Colpetti secchi sulla finestra. Illuminazione verdina dai lampioni e i fiocchi che volteggiano obliqui nel cono di luce. Un inizio di buon auspicio per il lavoro di domani. Dopo una settimana di sole. E le mie solite lezioni, da preparare domani mattina - mi sono sentita e mi sento scema, petulante come una vespa impazzita - la tosse non passa e non riesco ad andare a dormire se non tardissimo, mi sento intontita e drogata fino a mezzogiorno. Ma lavorerò e ne uscirò lo stesso. Un giorno per volta. Dopo un breve incontro coraggioso con Chas. Hill, ieri, triste, con i denti storti e il suo solito io glaciale, una convocazione di Mister Fisher e la mia stupida discussione stamattina nel nobile studio bianco atticheggiante, invaso dai libri, e il suo romanzo a tesi in 7 volumi neri con i caratteri bianchi, che immagino debba essere da brivido. Il pettegolezzo. C'è da farsi venire la nausea a forza di congetture. La pausa caffè delle undici e il pettegolezzo. Tutte le illazioni: l'Istituto riterrà il tuo operato irresponsabile. Due anni di consuetudini. Marciume. Vivo avvolta nella bambagia. Con me cade tutto nel vuoto - tutti i doppi sensi. «Non so da che parte stare» gli dico. «Io ti sono amico» dice lui. «Nessun altro te lo direbbe. Oh, a proposito, posso andarlo a riferire a Mister Hill?». «Mi sono dimesso due volte» ha detto. «La prima per via del pettegolezzo secondo cui mi portavo a letto le studentesse. Il preside Nielson mi è venuto a trovare e ha scoperto che nel mio corso ce n'erano 10: 'Diavolo, Fisher, queste sono troppe anche per lei!'». Ora vive abbandonato dalla terza moglie, ex alunna dello Smith, a causa del suo egoismo. La sua vanità è palpabile come i suoi baffi candidi e curati. «E' tutto nella tua testa» dice «questo fatto dell'ansia.



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