E tu chi eri? by Dacia Maraini

E tu chi eri? by Dacia Maraini

autore:Dacia Maraini [Maraini, Dacia]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2023-02-27T12:00:00+00:00


Gae Aulenti

La tua famiglia di dov’è?

Calabrese.

È una famiglia ricca o povera?

Benestante. La nostra è una famiglia di magistrati, di avvocati, di medici e vescovi.

Tuo padre è vivo? Che mestiere fa?

No, è morto. Faceva il commercialista. Era un esperto di problemi finanziari. Da giovane abitava a Trani. Poi si è trasferito a Venezia e poi in Piemonte.

Come te lo ricordi tuo padre da bambina?

Bellissimo, severo.

Bello come? Me lo descrivi?

Alto, bruno, con gli occhi chiari. Una bellezza un po’ anni Trenta. Assomigliava a Tyrone Power. Aveva una faccia mobile, viva, gli occhi brillanti.

Di carattere com’era?

Dolcissimo. Buono. Burbero. Ironico. Un sentimentale che si metteva la maschera della razionalità.

Era affettuoso verso di te?

Era affettuoso, ma sentiva il dovere di educarci con una mano molto pesante. Era esigente e severo.

Come ti dimostrava il suo affetto?

La sua tenerezza era chiusa in gesti rituali. Il bacio della sera, l’abbraccio del mattino. Ma niente di spontaneo, di improvvisato. La spontaneità era repressa a casa nostra.

E questa cerimoniosità non ti dava fastidio?

No, perché sapevo che nascondeva timidezza e non freddezza.

E alla repressione come reagivi? Ti ribellavi o subivi?

Cercavo di capire.

Comunque i rapporti fra te bambina e tuo padre come li consideri: buoni o cattivi?

Buoni. Perché era un uomo gentile e allegro nonostante le sue manie. Era sempre di buon umore, salvo delle rabbie improvvise e vulcaniche.

E perché si arrabbiava?

Per delle stupidaggini. Una volta per esempio mi ha incontrata per strada con una mia amica. Ha visto che mi ero messa un po’ di rimmel verde sugli occhi. Lì per lì non ha detto niente. Ma quella sera, a casa, si è infuriato: mi ha sgridata urlando e mi ha presa a schiaffi.

Quanti anni avevi?

Sedici.

E perché, secondo te, gli dava tanto fastidio che ti mettessi il verde sugli occhi?

Tutto quello che era femminile lo irritava. Avrebbe voluto che io fossi un ragazzo. Mi comperava delle scarpe da uomo, dei calzettoni da uomo.

E tu come le prendevi queste stranezze di tuo padre?

Un po’ mi seccavo. Tanto più che lui, per sé, ci teneva molto all’eleganza, portava camicie di seta, vestiti di lino. Ma non me la prendevo tanto perché sapevo che erano piccole tempeste che sarebbero passate subito.

E tua madre? Come te la ricordi da bambina?

Era bella. Aveva gli zigomi sporgenti, il naso sottile, la pelle tesa, i capelli castani. Nell’insieme era piacevole, aveva qualcosa di forte e di tenero che attirava.

Di carattere com’era? Vive ancora tua madre?

Dolcissima. E intelligentissima. Capisce tutto. Anche adesso capisce le cose più lontane da lei.

Con te come si comportava?

Con tenerezza.

Fra di loro andavano d’accordo tuo padre e tua madre?

Molto. Si sono sempre amati molto. Anche se si prendevano continuamente in giro e spesso litigavano per delle sciocchezze. C’era molta ironia nei loro rapporti.

Chi era il più forte fra i due?

Apparentemente mio padre. Lui comandava e mia madre eseguiva. Ma in fondo era lei che lo guidava.

Come è morto tuo padre?

In un incidente di macchina. Aveva la passione della macchina. Gli piacevano le auto da corsa, le motociclette. Partiva come una freccia con mia madre aggrappata dietro.



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