Eisler Barry - 2016 - L'occhio Di Dio by Eisler Barry

autore:Eisler Barry [Eisler Barry]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
ISBN: 9781537783406
Google: MdNFvgAACAAJ
Amazon: 1537783408
editore: CreateSpace Independent Publishing Platform
pubblicato: 2016-09-19T22:00:00+00:00

CAPITOLO 26

Quando Marvin se ne fu andato, Evie si lasciò cadere sul letto e, incredibilmente, si addormentò all’istante. Ma poco dopo si svegliò nel panico: il benessere e la spensieratezza dovuti alla presenza di Marvin erano spariti e di colpo si ritrovava ad affrontare la realtà.

Aveva detto al direttore di non aver visto niente, no? E lo aveva messo alla prova, ma senza esagerare. Era stata arguta. Era stata intelligente, aveva capito che lui voleva che lei non vedesse niente, e gli aveva detto quel che voleva sentirsi dire.

Ah sì? Come fai a essere sicura che non abbia capito che lo stavi mettendo alla prova? Che non sospetti che il tizio con la sigaretta che gli hai fatto vedere non fosse altro che un diversivo? Che la tua domanda di rinforzi per un’analisi manuale dei filmati non fosse una finta? Dato quello che ha già fatto, dati gli interessi che sono in ballo, fino a che punto puoi credere di averlo convinto che non hai visto niente, non sospetti niente o non sai niente?

Si concentrò sul respiro, cercando di rallentare il ritmo forsennato del cuore.

Smettila. È una follia. Il direttore non ti farà uccidere. Non c’è nessuna cospirazione. “Perché un assassinio” era un film. Questa è la vita reale.

Pensò a Stiles, a Perkins e a Hamilton che si ripetevano la stessa cosa. Minimizzando i rischi, negando, credendo che il mondo fosse come lo volevano loro, rifiutando di vederlo per quello che era veramente.

Per poi morire. Perché non sapevano quello che il direttore sapeva, non vedevano quello che vedeva lui, e di conseguenza non avevano potuto prevedere il destino a cui lui li aveva votati.

No. Non avrebbe permesso che accadesse anche a lei. O a Dash. Come avrebbe potuto proteggerlo, se avesse continuato a tenere la testa sotto la sabbia?

Ma che cosa poteva fare? Andare dall’Ispettore generale? Al Congresso? Rivolgersi alla stampa?

Parlare con i primi due, lo sapeva, sarebbe stato peggio che inutile. Lo sapevano tutti che cosa succedeva agli informatori che cercavano di piegare il sistema. Bastava chiederlo a Bill Binney o a Thomas Drake, Chelsea Manning, Diane Roark, Coleen Rowley, Jeffrey Sterling, Thomas Tamm, Russell Tice o Kirk Wiebe. E poi c’era quello che avevano fatto a John Kiriakou per aver denunciato una tortura, Dio santo. Per non parlare di Snowden, le cui segnalazioni erano rimaste inascoltate finché non le aveva rese pubbliche. E di Jesselyn Redack, l’avvocatessa gola profonda che probabilmente aveva rappresentato metà di loro.

Rimaneva la stampa, forse, ma il pensiero di essere processata per la violazione dell’Espionage Act la terrorizzava. Come avrebbe fatto a combattere contro una cosa del genere? Anche se non fosse finita in prigione a vita, l’avrebbero rovinata. E chi si sarebbe preso cura di Dash mentre lei era tenuta in isolamento come un soldato nemico? Come avrebbe fatto suo figlio ad affrontare una cosa del genere?

E poi, anche ammesso che fosse pronta a mettere in mezzo la stampa, che cosa aveva da offrire? Poteva documentare un incontro tra Hamilton e Perkins: e allora? Il resto avrebbe potuto benissimo essere considerato una semplice coincidenza.

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