Elogio della fatica by Matteo Rampin

Elogio della fatica by Matteo Rampin

autore:Matteo Rampin
La lingua: ita
Format: epub
editore: Ponte alle Grazie
pubblicato: 2014-07-11T16:00:00+00:00


* Rallista, campione italiano Race Day gruppo R 2013-14, campione italiano Terra R2 2011.

La fatica dell’imprevisto: la vela

con Alessandra Sensini*

In ogni fatica c’è un vantaggio.

SALOMONE

Si dice che la vita sia un cammino, un percorso, un viaggio: sicuramente è una via che non viene tracciata su un terreno solido, ma sull’acqua. Ne fanno parte onde di tutte le forme e dimensioni, correnti visibili e sommerse, spruzzi d’acqua salata che schiaffeggiano il volto, sole abbacinante e improvvise turbolenze nel cielo e sotto la superficie del mare, che è sempre mobile, instabile, imprevedibile.

Si dice che gli uomini abbiano imparato a governare la natura per spingersi sempre più lontano, guidati dall’istinto di esplorare nuovi spazi: sicuramente hanno affinato l’intelligenza e l’abilità manuale per costruirsi strumenti con cui diventare più veloci, più resistenti, più forti.

Di fronte al mistero del mare, questo animale che respira con le maree al ritmo lento della luna, gli uomini hanno sentito il desiderio di arrivare a toccare l’orizzonte. Il vento è stato il motore, la vela lo strumento per imbrigliarlo, il timone un’estensione del cervello.

Il windsurf è un’imbarcazione a vela ridotta all’essenziale. Una persona, sola, in piedi, senza timone: al cospetto della natura indomabile e imprevedibile.

L’intelligenza, i sensi, la volontà, il coraggio: tutto al servizio dell’urgenza di solcare le onde. Decenni di studi, di prove ed errori, di perfezionamenti: oggi la tavola riesce a volare, a staccarsi dal pelo dell’acqua, a sollevarsi assieme alla vela e al surfista; si dice allora che la tavola è in planata, e questo stacco dalla superficie del mare permette di toccare velocità esaltanti.

Si tratta di guidare ed essere guidati, e di trovare l’accordo tra queste due dimensioni dell’esistenza.

Guidare: perché occorre seguire tragitti obbligati.

Essere guidati: perché le forze del vento e dell’acqua sono formidabili, e quelle umane scompaiono al loro confronto.

Come si può comandare la natura, se non obbedendole? E che cosa significa obbedire alla natura, quando si deve andare verso una meta precisa, e non ci si può lasciar portare dalle correnti?

Seneca ci ha lasciato una delle frasi più memorabili della storia del pensiero: «Se una persona non sa verso quale porto è diretta, nessun vento è quello giusto; se sa verso quale porto è diretta, tutti i venti vanno bene».

Utilizzare le forze avverse, anziché combatterle inutilmente, è la soluzione giusta.

Chi meglio del velista lo sa fare?

Tutta la sua arte è una tecnologia della mediazione e dell’adattamento: da ogni spunto può trarre beneficio, a ogni impennata di vento può adeguarsi, a ogni sussulto del caso può opporre l’accoglienza cedevole e l’adattamento flessibile.

Alla guida del windsurf riuscirà a bilanciare, trovare l’equilibrio, virare e strambare, solo modulando la distribuzione del peso del corpo, inarcandosi, flettendosi, tendendo i muscoli, variando la pressione dei piedi sulla tavola, così come un organista li sposta velocemente sulla pedaliera ottenendone variazioni sempre più belle.

È lo sport della gestione dell’imprevisto, e questa è anche una delle sue maggiori fatiche.

Di fronte all’imprevisto, è la mente a reagire, prima del corpo: dopo aver inquadrato la situazione, si cerca di dominarla facendosi guidare dall’esperienza,



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.